Il Molise per Thomas Schael non è terra di conquista. Forse perché è conquistata già. Le dichiarazioni del direttore generale dell’Asl di Chieti – guardare al Molise «non per catturare pazienti, ma per completare percorsi indispensabili per dare servizi di qualità» – riaccendono un dibattito importante.
Chi è Thomas Schael. Ex sub commissario in Calabria, scelto dal presidente Marsilio per governare e riportare in equilibrio quella che forse è la Asl abruzzese più in difficoltà e di sicuro quella col contesto territoriale più simile al Molise (montagna, aree interne e costa). Schael è uno dei manager della sanità più ‘inseriti’ e conosciuti a Roma. Vita privata che fa capolino nel curriculum, è sposato in seconde nozze con l’attrice milanese Caterina Vertova, è comunque uno che sa quel che dice. Per questo quando, nelle ultime settimane fisiologicamente accade spesso, parla dei servizi dell’ospedale San Pio di Vasto e dell’offerta ‘al’ o ‘del’ vicino Molise da questa parte del Trigno non passa mai inosservato.
Lui si è insediato da poco, ma da almeno due anni i must nel rapporto di vicinato coi cugini abruzzesi sono: l’emodinamica del San Timoteo (che potrebbe servire l’intero bacino) e il punto nascita del San Pio di Vasto che invece attrae molte partorienti dal basso Molise, tanto che il reparto di Termoli è aperto ancora solo perché sub judice (la causa di merito al Tar è in calendario ad aprile prossimo) ma nella bozza del programma operativo non è previsto.
In questo quadro si inserisce la riunione di Schael con il sindaco di Vasto Menna e i rappresentanti del Comitato di tutela dell’ospedale San Pio. Guardare al Molise non per catturare pazienti, ma per completare percorsi indispensabili per dare servizi di qualità: è l’invito che ha rivolto loro il dg. Ci sono molte chiavi di lettura di questo appello. Quella locale, naturalmente, spiega la genesi. A Schael arrivano molte sollecitazioni dal Vastese, anche dall’Alto Vastese. E riguardano, spiegano fonti dell’Asl Lanciano Vasto Chieti, quasi prevalentemente il punto nascita e l’emodinamica. Sul secondo reparto, il manager è deciso: al San Pio non ci sono i numeri per aprirlo e proprio per questo i documenti di programmazione della Regione non lo prevedono. Il dg ha disdetto l’acquisto di due angiografi perché non collima con i servizi che il piano operativo assegna al presidio vastese. Naturalmente, ci sono altri numeri da cui il direttore non può prescindere: quelli di bilancio. Ieri ha chiarito l’esigenza di trovare strade percorribili individuando le priorità, a fronte della perdita di 33 milioni. Detto questo, entro fine anno è attesa la ridefinizione della rete ospedaliera abruzzese. Il manager ha una sua idea, che però attende la conferma nelle scelte della Regione. Insieme, il versante vastese dell’Asl di Chieti e quello isernino e bassomolisano dell’Asrem potrebbero gestire anche i servizi per la zona di Agnone. Insieme, dice sempre la bozza del Po 2019-2021 che sarà giovedì prossimo al vaglio del tavolo tecnico, le due aziende sanitarie gestiranno attraverso accordi di collaborazione e anche attraverso equipe miste per evitare lo spostamento di pazienti da un ospedale all’altro (si spostano quindi i medici) il punto nascita, l’emodinamica, la stroke unit. Il documento – la cui stesura definitiva e originale sarebbe custodita dalla sola sub commissaria Ida Grossi – sottolinea che l’emodinamica di Termoli si connota per rilevanti volumi di attrattività di pazienti da altre regioni. Nella stessa situazione, specularmente, si trova il punto nascita di Vasto. Il ‘dare avere’, o collaborazione, sembra intuibile: a Termoli un reparto, al San Pio l’altro.
Deduzioni, in mancanza di certezze. Sembra che perfino alla direzione Salute qualcuno si sia chiesto cosa intendesse Schael e cosa intendesse l’assessore Verì quando qualche settimana fa parlò di accordo con il Molise in divenire. E come mai dalla struttura commissariale nessuno risponda.
Molise, sanità di conquista? Sicuramente sanità più debole rispetto a un anno fa.
Sul tavolo, in fila, il decreto Balduzzi e una serie di coincidenze che fin qui si sono dimostrate molto penalizzanti per il servizio sanitario regionale: l’arrivo dei commissari esterni Giustini e Grossi, che con il presidente Toma si scontrano ma con i cittadini non comunicano, la partenza per altro incarico dell’ex dg dell’Asrem Sosto che rappresentava la continuità con gli anni del piano di risanamento dei conti e riorganizzazione dell’offerta, il commissariamento dell’azienda sanitaria perché la Regione non è riuscita a scegliere il nuovo manager nei tempi di legge. Resta il baluardo della direzione Salute.
A leggere la solita bozza del piano operativo ‘bollinato’ dall’Agenas, però, si scorrono accordi di collaborazione con Vasto per punto nascita ed emodinamica, altri con Campania e Puglia per la rete del trauma e l’ictus emorragico. Resta, pare in dirittura d’arrivo, la stroke unit per l’ictus ischemico al Cardarelli. Un traguardo, indubbiamente.
Ma un po’ pochino da gestire, insieme alla rete territoriale, per un’azienda sanitaria che ha valenza regionale. Tanto varrebbe…

ritai

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