Il varo definitivo del provvedimento sul taglio dei costi della politica locale passa attraverso un voto di fiducia su cui si dovrà pronunciare la Camera. Ad ogni modo, sia il Senato sia già Montecitorio in prima battuta hanno detto sì. Un comma in particolare riguarda il Molise: quello che stabilisce che nelle regioni che non abbiano ancora completato il percorso di riduzione delle poltrone si andrà al voto applicando il buon vecchio decreto Tremonti. Dunque la certezza del ‘‘‘‘Consiglio a 20’ in una legge nazionale c’è. Ma c’è anche dell’altro: tutti i governatori, presidenti, assessori e consiglieri avranno (più o meno) la stessa indennità. Che sarà anche unica, omnicomprensiva, senza più diaria e rimborsi aggiuntivi. Anche ai gruppi finirà la stessa cifra in tutta Italia. Le cifre sono state fissate ieri nella lunga riunione congiunta di governatori e presidenti: ai vertici di Giunte e Consigli andranno non più di 13.800 euro lordi, ai consiglieri non più di 11.100. In mezzo ci saranno i trattamenti per i presidenti di commissione, assessori e altri ‘‘‘‘graduati’. Quasi azzerati i finanziamenti ai gruppi: la dotazione sarà di 5mila euro l’anno per ogni consigliere. La Camera ha introdotto anche un parametro territoriale, ai gruppi vanno – oltre ai 5mila euro l’anno – altri cinque centesimi per ogni abitante. Al vertice a Roma ha preso parte il presidente di Palazzo Moffa Mario Pietracupa. Che con una punta di soddisfazione sottolinea come sia emerso che in molte Regioni il personale dei gruppi era a carico dell’amministrazione. In Molise la spesa la sostiene il gruppo anche per i dipendenti. E questo ha inciso sulla sua posizione in classifica. Tagli anche all’assegno di fine mandato (un’indennità per ogni anno di permanenza in Consiglio). “Abbiamo lavorato in perfetta sinergia e condivisione, producendo un risparmio significativo (che secondo le stime delle Regioni è di 37 milioni l’anno). Ci siamo attardati sui calcoli per non commettere errori – spiega Pietracupa -, adesso direi che è il caso che anche i parlamentari, che avrebbero dovuto dare l’esempio, si decidano a seguire il nostro”. La riduzione del numero dei componenti delle Camere è rimasta solo sulla carta. E il presidente dei governatori Errani aggiunge: “Abbiamo fatto la nostra parte, il decreto sul taglio dei costi lo abbiamo chiesto noi”. Ma ci sono privilegi che resistono a qualunque sforbiciata. Per esempio il cumulo di più vitalizi: ha provato ad eliminarlo il senatore Astore con un emendamento, ma nel ‘‘‘‘maxi’ presentato dal governo non ha trovato accoglimento. Chi è stato consigliere regionale e pure parlamentare continuerà a ricevere due pensioni d’oro al mese. Con buona pace dei poveri mortali che a stento ne hanno una e spesso insufficiente.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.