La pubblicazione dei bandi è prevista per metà maggio. Gli avvisi resteranno aperti 60 giorni e potranno partecipare anche le imprese che non abbiano già manifestato interesse nella call di Invitalia che si è chiusa a inizio ottobre. Subito prima dei bandi, sarà firmato l’accordo di programma fra ministero dello Sviluppo economico e Regione. A breve anche la sottoscrizione del contratto di sviluppo col gruppo Amadori per il rilancio della filiera avicola. Parte la fase operativa dell’area di crisi complessa del Molise.
Ieri a Roma il via libera al piano di riconversione e riqualificazione industriale. Definiti, quindi, gli stanziamenti nazionali e regionali da destinare ai progetti che saranno presentati per la ripresa del tessuto produttivo e il rilancio dei livelli occupazionale. Al vertice che si è svolto al Mise, il presidente della Regione Paolo Frattura e l’assessore Carlo Veneziale.
«Con il Mise e i ministeri affiancanti, Lavoro e Infrastrutture, abbiamo raggiunto risultati importantissimi sul piano delle procedure formali e sul piano delle risorse per la nostra area di crisi complessa», la loro sintesi. L’ok al Prri, hanno spiegato, è l’atto formale decisivo che porterà alla firma dell’accordo di programma e ne contiene «gli elementi fondanti». A partire da quelli finanziari, con lo stanziamento da parte del governo nazionale di una prima tranche di 15 milioni di euro a valere sulla legge 181 per i progetti di investimento che superano il valore di 1,5 milioni. E questo impegno è «destinato a crescere in funzione della quantità ma soprattutto della qualità dei progetti che saranno presentati. Più alto sarà il loro livello, maggiori saranno le possibilità di aggiungere ulteriori tranche di finanziamenti statali», hanno spiegato il capo dell’esecutivo di Palazzo Vitale e il titolare dello Sviluppo.
Ricerca e innovazione, quindi, saranno il valore aggiunto decisivo per le proposte di investimento che si candideranno alle agevolazioni che saranno messe in campo. Una sollecitazione in tal senso era arrivata, alla vigilia del vertice, dalla segretaria regionale della Uil Tecla Boccardo.
Per i progetti al di sotto di 1,5 milioni di euro, sono stati stanziati 21 milioni a valere sulle risorse regionali del Fesr. Per le politiche attive del lavoro sono stati appostati 10 milioni.
Non ci sarà una corsia preferenziale per gli investimenti nei tre settori, la cui crisi ha legittimato il riconoscimento decretato ad agosto del 2015 (agroalimentare, tessile e metalmeccanico). Anche perché per l’avicolo, saranno utilizzati misure e risorse ad hoc.
Dal computo delle risorse definite nel piano di riconversione e riqualificazione industriale siglato da Mise, Invitalia e Regione «abbiamo tenuto fuori – ha precisato Frattura – le risorse per il contratto di sviluppo che costruiremo con il gruppo Amadori». In questo caso, l’investimento totale si aggira sui 30-35 milioni e riguarda prevalentemente lo stabilimento di produzione (la ristrutturazione dell’incubatoio di Bojano sarà ‘a carico’ del Prs del Molise). Il 40%, come prevede l’accordo raggiunto a Roma il 28 febbraio, arriverà dalla finanza pubblica.
Altra novità, infine, è l’addendum dei fondi previsti nel Patto per il Molise per l’area di crisi complessa Campochiaro-Venafro. In totale altri 30 milioni: 15 milioni, ancora Frattura, «li abbiamo destinati al miglioramento delle zone industriali, a logistica e svincoli o a situazioni particolari delle aree industriali e delle zone Pip e altri 15 milioni varranno come bonus fiscali e contributi alle imprese».
Per il governatore «tutti interventi, questi, tesi ad arricchire il ventaglio delle opportunità che stiamo mettendo in campo per accompagnare la ripresa del nostro tessuto produttivo e la risalita dei livelli occupazionali».
Quanto alle premialità, è previsto un doppio punteggio di merito: in base al numero degli occupabili e per chi riassorbe i lavoratori del bacino, che hanno cioè perso il posto nel territorio dell’area di crisi.

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