Avvio solenne dei lavori, con la commemorazione delle vittime dell’attentato di Londra e dei fatti recentissimi di Melbourne e di altre zone del mondo dove il terrorismo islamico sta facendo seminando morte. Dopo il messaggio del presidente Cotugno e il minuto di silenzio, la pace finisce.
L’ex numero uno di Palazzo D’Aimmo Vincenzo Niro sollecita il governatore Frattura una verifica politica, un chiarimento sul perimetro della maggioranza dopo la riunione di lunedì sulla legge elettorale. Sospensione dei lavori e conclave nella saletta attigua all’Aula, al rientro nessuno dice nulla. Si parte con l’ordine del giorno. Ma il clima, specialmente nelle ultime file di scranni dove siede il centrosinistra, non è dei più sereni.
In cima all’agenda l’ordine del giorno, cui è collegato un vero e proprio Libro bianco, del presidente Vincenzo Cotugno sull’allarme ambientale nella Piana di Venafro. Lo illustra il capo dell’Assise legislativa. Che fra le altre cose, a tutela della popolazione e per rassicurare comunità che vivono da tempo nell’angoscia (quelle della Piana di Venafro), chiede «perché di fronte ad un perdurante allarme, cosi esteso e diffuso, non ampliare le competenze con controlli più mirati e più diffusi? Perché non assegnare all’Arpa, per esempio, più fondi per l’acquisto di centraline di ultima generazione da distribuire su tutto il territorio regionale? Perché non prevedere anche la campionatura del cosiddetto ‘Blackcarbon’, una delle particelle più sottili e letali?».
Tra gli interventi, quello del capogruppo dem Massimiliano Scarabeo che evidenzia come, a suo parere, le posizioni del presidente Cotugno e quelle del governatore Frattura (si riferisce alla risposta fattagli pervenire ad una sua interrogazione sul tema) siano contrapposte. Cotugno dice che la situazione è allarmante, Frattura gli ha risposto invece in base ai dati in possesso della Regione non lo è. E spiega: «Non fidandomi più né dell’uno né dell’altro, ho voluto chiedere al Consiglio regionale di istituire una commissione ad hoc che controlli, fin da subito, lo stato dei fatti di ciò che l’istituzione regionale sta effettivamente facendo a sostegno delle istanze dei cittadini».
Modificato nel suo dispositivo, l’odg viene approvato all’unanimità. E impegna (nel box il dettaglio) il presidente della Regione e l’esecutivo a «porre in essere un idoneo piano d’azione nel quale prevedere gli interventi da attuare in breve termine, al fine di monitorare il livello degli inquinanti» e per verificare «se tali agenti inquinanti superino le soglie di allarme».
«Il Consiglio regionale – commenta dopo la seduta Federico (M5S) – ha accolto le nostre osservazioni. La proposta iniziale metteva tutto nelle mani del prefetto di Isernia, svilendo ancora una volta il ruolo dell’Arpa». Quella votata impegna anche «il presidente della Giunta a dotare l’Arpa di strumenti e risorse finanziarie per poter effettuare nel brevissimo tempo controlli sistematici anche sul pm 2.5». Manzo ribadisce che è fondamentale «accelerare sul Registro Tumori già attivo in Molise, risolvendo lo scoglio del trattamento dei dati coinvolgendo il Garante della privacy, e soprattutto dotare la regione di un osservatorio epidemiologico in grado di fornire dati scientifici sulle diverse patologie».

L’ODG VOTATO IN AULA

Il Consiglio regionale impegna il presidente della giunta e l’esecutivo a:
porre in essere un idoneo piano di azione nel quale prevedere gli interventi da attuare in breve termine, al fine di monitorare il livello degli inquinanti di cui all’art. 1, comma 2 e 3 (biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, PM10, PM2.5, arsenico, cadmio, nichel, benzopirene e ozono) del D.lgs. 155/2010, per verificare se tali agenti inquinanti superino le soglie di allarme previste dalle stesse norme.
A tal fine si conferisce al prefetto di Isernia il coordinamento del richiamato piano di azione.
In ogni caso consentire all’Arpa Molise, anche attraverso specifici trasferimenti di risorse finanziarie, di effettuare con costanza i monitoraggi sopra richiamati e quant’altro a tutela della salute pubblica , al fine di tranquillizzare la popolazione della Piana di Venafro che da anni vive in una situazione di forte allarme sociale.

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