Il briefing del lunedì è diventato un appuntamento fisso. Anche oggi è in programma. Come di consueto, probabilmente gli esponenti della maggioranza (la maggioranza a 11, senza i ‘ribelli’ Petraroia, Totaro, Scarabeo e Niro) si vedranno per un boccone, utilizzando la pausa pranzo per preparare la seduta del Consiglio di martedì e per definire le limature – le ultime o quasi – al testo della proposta di legge elettorale su cui a breve dovrebbe aprirsi il confronto a Palazzo D’Aimmo.
Primo punto in agenda, anche domani, l’elezione del Garante dei diritti della persona. Una figura molto delicata, anche perché racchiude le competenze di tre istituti: Tutore dei minori, Difensore civico e Garante dei detenuti. Dopo l’elezione della Consigliera di parità, l’avvocatessa Giuseppina Cennamo, la maggioranza andò in tilt. Cinque le votazioni che però non portarono a nulla. La quadra non si trovò e, secondo le previsioni di autorevoli esponenti della maggioranza, ancora non si è trovata. Le posizioni sono cristallizzate, nessuno è disposto al passo indietro. Durante le votazioni vennero fuori i nomi dell’avvocato Romeo Trotta, che ebbe più preferenze di tutti ma comunque non abbastanza da essere eletto, di Leontina Lanciano, di Gianmario Fazzini. Qualche settimana dopo il nulla di fatto il responsabile della scuola di legalità ‘don Peppe Diana’ Vincenzo Musacchio rivelò l’endorsement dell’ex Tutore dei minori, oggi consigliera di maggioranza, Nunzia Lattanzio a suo favore. L’ex presidente Iorio, infine, votò e poi ufficializzò spiegandone i motivi la sua scelta per Italo Di Sabato.
Sta di fatto che però neanche domani dovrebbe essere la volta buona per il Garante. Potrebbe esserlo, invece, per il piano energetico che, dopo la prima approvazione della giunta, la procedura pubblica di valutazione prevista dalla legge, il secondo ok dell’esecutivo e il parere della Commissione, approda in Aula per l’adozione definitiva. Le associazioni chiedono modifiche, l’ex assessore al Lavoro Petraroia anche (articolo in pagina). Per i bookmaker di via IV Novembre, però, il provvedimento non parte sfavorito.
Infine, su questo concordano un po’ tutti, oggi il centrosinistra che sostiene Frattura potrebbe chiudere il cerchio sul ddl di riforma elettorale. Quattro le proposte già depositate (M5S, Niro, Scarabeo e Cotugno i rispettivi primi firmatari). Nella maggioranza tutti d’accordo sulla cancellazione del listino e del voto disgiunto. Alla provincia di Isernia, sarebbero assegnati 5 o 6 seggi per legge. Temi più dibattuti sono stati il numero dei collegi e le soglie di sbarramento. Nel primo caso, le indiscrezioni accreditano un accordo interno per mantenere l’attuale assetto: due circoscrizioni come le due province. Quanto al quorum per accedere in Assemblea, sarebbe del 15% per le coalizioni. Per i partiti che si presentano alleati, la soglia sarebbe del 3%, ma potrebbe essere eliminata del tutto.

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