Il primo firmatario della richiesta di convocazione del Consiglio con un solo punto all’ordine del giorno – “l’attacco alla potestà legislativa regionale” dopo l’approvazione del programma operativo della sanità con norma dello Stato – è Vincenzo Niro.
Insieme all’ex presidente dell’Assise legislativa, hanno sottoscritto l’istanza l’ex assessore Michele Petraroia, l’ex capogruppo del Pd (oggi Mdp) e l’attuale, Francesco Totaro e Massimiliano Scarabeo, gli esponenti del centrodestra Giuseppe Sabusco e Angela Fusco Perrella.
Alla vigilia, Niro è già sulle barricate. Il piano è stato approvato con la legge di conversione del decreto ‘manovrina’, in particolare con l’articolo 34 bis introdotto da un emendamento del governo Gentiloni, che poi ha posto la fiducia sul testo rendendo vano ogni tentativo di modifica. Una mossa che ‘sterilizza’ l’impugnativa al Tar in relazione al contenuto del provvedimento. «Ritengo scandaloso – accusa Niro – questo ulteriore attacco alla nostra Regione in barba alle clausole di salvaguardia previste dalla Costituzione. Norme impositive di questo genere dimostrano che dal regime democratico stiamo andando verso uno dittatoriale e non appartiene alla mia storia». Un’offesa, prosegue, alla democrazia per la quale a suo parere il Consiglio e il popolo devono ribellarsi. «Il popolo in verità è inviperito per la disattenzione verso questa Regione», precisa. È la classe politica che non fa il suo dovere, sottintende. «Perché sottometterci al governo nazionale dopo che ci ha succhiato milioni di euro? La sanità, la sua programmazione è tema che appartiene alla Regione, il Consiglio avrebbe dovuto quanto meno conoscere e discutere il piano operativo».
Al presidente del Consiglio Cotugno contesta di non aver protestato per difendere le prerogative dell’Assemblea legislativa che guida. Dal governatore Paolo Frattura, che è commissario ad acta della sanità ma pure consigliere regionale, si aspetta invece che spieghi perché si è scelto questo percorso. «E che sia convincente. Rispetto ad una linea, quella del programma operativo, che pure condivido perché non si può pretendere di avere l’ospedale sotto casa, tuttavia non capisco come intende procedere per offrire ai cittadini una sanità di qualità che oggi non abbiamo. E poi perché il piano è organizzato su un numero minore di posti letto rispetto a quelli che ci spettano in base al criterio di 3 ogni mille abitanti. Avrebbero dovuto essere 1.136, perché non sono accreditati? Vedo purtroppo – conclude Niro – un clima da avanzata campagna elettorale e non mi piace».
La seduta prevede il dibattito, non è detto che si concluda con un dispositivo. «A me interessa il dibattito, nessuna strumentalizzazione – è la postilla di Niro -, la strumentalizzazione politica non mi interessa. Voglio però che il governatore spieghi in Aula cosa sta accadendo e qual è il percorso che sta portando avanti». r.i.

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