Un euro da ogni molisano: se l’appello fosse raccolto la cifra finale basterebbe e avanzerebbe per una campagna elettorale. Il Movimento 5 Stelle non vuole i finanziamenti di «grandi portatori di interessi» e avvia una sottoscrizione per la campagna elettorale. Vuole, invece, interpretare una speranza per il Molise, l’ultima speranza per il riscatto, dicono i pentastellati. Forse, ‘la’ speranza, quella di sempre ed evidentemente non soddisfatta fin qui.
«Decidetevi a non servire più ed eccovi liberi: è la nostra formula etica per riconsegnare ai molisani la loro terra. La politica ha occupato i gangli istituzionali del Molise, questo è un territorio crivellato da una classe dirigente che ha avuto come obiettivo la propria sfarzosa sopravvivenza». Andrea Greco presenta così la squadra nella sala di Palladino Company a Campobasso. Dietro di lui, insieme ai competitor, i parlamentari eletti qualche settimana fa: Antonio Federico, Rosalba Testamento, Luigi Di Marzio e Fabrizio Ortis. Di fronte a lui una sala stracolma.
Non usa mezzi termini Greco, descrive il campo d’azione, sa che il vento è in poppa ma non canta vittoria. Parla di «modus operandi feudale» e «spregevoli dinastie politiche» che soffocano le speranze dei cittadini. Ma che non hanno fatto i conti «con la resilienza dei molisani».
Parla di «sprechi e leggerezze», di occasioni imprenditoriali finite o perse e di una generazione, la sua, costretta a fuggire. Le politiche, dice il candidato governatore, hanno dimostrato che «non siamo più solo indignati ma pronti per cambiare finalmente il futuro di questa regione. Non temiamo truppe cammellate che corrono a supporto dei viceré di turno, i re hanno già abdicato».
La proposta del Movimento punta su legalità, riduzione dei costi della politica, lotta alla corruzione, etica e giustizia. «È arrivato il momento di alzare la testa, smettiamola di chinare il capo davanti al potente e il potente cadrà dal trono. In Molise – ancora Greco – la politica si è frapposta fra diritti e cittadini», trasformando il bisogno soddisfatto in favore. E oggi «chi ha raso al suolo cambia casacca e fa il salvatore della patria ma vuole salvare solo il proprio status».
In Consiglio, ripercorre, M5S ha presentato proposte per eliminare i vitalizi, per cambiare il sistema delle nomine: «Abbiamo ricevuto solo secchi ed assordanti no». Tra le proposte di merito, la sanità pubblica come perno, «che non è avversare i privati ma evitare che sanità privata si sostituisca a quella pubblica». Parte un applauso. «Lo dico a tutti i molisani: coraggio, è il nostro momento». Chiama gli ‘altri’ «armata del dissenso» e chiosa: «Quante promesse si sono fatte l’un l’altro. Per un futuro differente dobbiamo rimettere al centro la competenza».
Dopo di lui un breve intervento per ognuno dei candidati consiglieri. Fra questi Vittorio Monaco, ex Ittierre. Per lui la battaglia alle regionali 2018 è «M5S contro il peggio della politica». E poi Patrizia Manzo, portavoce uscente di Palazzo D’Aimmo. «Ce la possiamo fare se stiamo tutti insieme e siamo comunità. Venite con noi…». Pina Laezza qualche anno fa si è ammalata di cancro, la sua lotta – dopo quella umana – è politica, per l’ambiente e la salute. «Circa 14mila persone si ammalano di tumore ogni anno in Molise», per colpa degli inceneritori, delle mafie – dice – che ha sotterrato veleni nei terreni su cui coltiviamo, «serve il registro tumori molisano». E, ancora fra gli altri, l’ex presidente del Consorzio di bonifica di Venafro Vittorio Nola. «Tra 20 giorni possiamo avere un governatore di 33 anni: un sogno che dobbiamo far diventare realtà. Il futuro governo a 5 Stelle opererà per il bene comune senza conflitti di interesse. Dobbiamo puntare, questa la mia proposta, su innovazione e tecnologia. E rendere la Regione casa di tutti i molisani, non di pochi».
La candidata più giovane, Adriana Niro, chiude: «Dateci un’opportunità e salveremo questa regione». ritai

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