La priorità per il Sud? «Non perdere i fondi strutturali dell’Unione europea». In un’intervista al Fatto quotidiano, la ministra Barbara Lezzi affronta i temi più importanti per il Mezzogiorno.
E parte da un argomento particolarmente sentito in Molise riguardo ai fondi del Por Fesr- Fse. Dei 153 milioni complessivamente stanziati, la percentuale di attivazione è del 68%, che scende al 18% relativamente ai fondi impegnati e al 3% se si considerano i pagamenti.
Solo il Fse presenta una percentuale di impegno più alta (39%), percentuale ferma al 9 per il Fesr (dati al 30 giugno 2018 dal report sullo stato di attuazione del Comitato di sorveglianza).
Evidente che bisogna accelerare impegni e spesa per evitare il disimpegno di risorse consistenti, un paradosso se rapportato alla condizione del Molise che non è ancora uscito dalla crisi e che presenta dati allarmanti sulla povertà e l’indigenza.
Ma è tutto il Meridione a presentare questa spia di allarme. «L’Unione europea ha stanziato per il Sud 42 miliardi di fondi per il periodo che va dal 2014 al 2020. Entro il 31 dicembre di quest’anno scade il termine per presentare i rendiconti per la prima tranche da 9 miliardi, ma la rendicontazione necessaria è ferma a meno di 2 miliardi. Senza dimenticare – ha detto Lezzi al Fatto – che spesso la politica ha utilizzato molti dei fondi per spesa corrente, nascondendosi dietro rendicontazioni per lavoretti, i cosiddetti progetti sponda».
Cosa intende fare la ministra? «Voglio rimediare all’inerzia o ai veti politici, che fermano l’iter dei progetti, e creare una rete tra Regioni ed enti locali. Sono stata in Sicilia due volte e abbiamo sbloccato il Passante e l’Anello ferroviario di Palermo. Ma soprattutto, l’assenza di risorse e personale non deve essere un alibi o un impedimento.
E interverrò anche su questo. Ho scoperto che l’Agenzia per la coesione ha oltre 150 consulenti esterni. Li metterò a disposizione di Regioni e Comuni, in modo che li aiutino a preparare i progetti».
Al suo governo propone che il 34% degli investimenti sia destinato al Sud. «Quella percentuale l’aveva stabilita il governo Gentiloni, ma non l’ha mai attuata. Ora siamo a meno del 29%, ma il 34 serve per riequilibrare, anche perché la popolazione del Sud rappresenta il 34% di quella italiana.
E la sfida è allargare quegli investimenti ad Anas e Rfi, visto che le Regioni del Sud, di fatto, non sono collegate tra loro».
Per combattere la disoccupazione, inoltre, ha annunciato un «piano per sgravare di tutti i contributi le imprese che assumono, per tre anni».
Ha assicurato di aver «già trovato le coperture, ma preferisco aspettare per ufficializzare le cifre. Presenterò tutto al ministro dell’Economia Tria».
Infine, il reddito di cittadinanza. Per Lezzi va fatto «tutto e subito. Ci sono 5 milioni di poveri».

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