Lo rivela la capogruppo del Pd Micaela Fanelli: i componenti del Cda di Finmolise hanno rassegnato le dimissioni. Lo conferma il governatore Toma: faremo una conferenza stampa insieme venerdì mattina perché non passi nell’opinione pubblica che c’è una guerra fra Regione e Finmolise.
Un bonario componimento di una controversia finita pure al Tar, dove però non è stata ancora discussa la causa intentata dagli (ex) amministratori della società finanziaria contro la delibera di giunta che li revocava. Tempi lunghi e Spa in stallo, dunque meglio chiuderla qui.
Filomena Iapalucci (presidente), Paolo Verì (consigliere delegato) e Giovanni Leva erano stati nominati pochi giorni prima delle regionali del 2018 dall’allora presidente Frattura. Un’operazione che il neo governatore Toma ha contestato da subito ritenendo illegittima la decisione assunta alla vigilia di una nuova legislatura. Di qui la delibera che revocava il Cda e il ricorso dei componenti della governance. Mercoledì, in sede di assemblea dei soci, hanno rimesso il mandato nelle mani di Toma.
«Avevamo posizioni contrastanti su come interpretare la delibera che la giunta Frattura assunse nove giorni prima delle elezioni. Abbiamo convenuto insieme agli amministratori che per il bene della Regione e per il bene di Finmolise – così Toma – questa vicenda dovesse essere chiusa. Strategicamente avevamo visioni diverse dal Consiglio di amministrazione e siccome la visione strategica è quella della Regione, in maniera molto corretta e con mio apprezzamento personale gli amministratori hanno finalmente aderito alla mia richiesta di dimissioni».
Dopo un anno di ‘resistenza’ in via Leopardi, il governatore parla più diplomaticamente di «ragionamento», quindi il passo indietro che sblocca il cambio della guardia alla società finanziaria, braccio operativo di Palazzo Vitale nell’attuazione delle politiche di sviluppo. Al bilancio Toma ha mosso dei rilievi, il Cda è in prorogatio per risolvere le criticità segnalate. «Entro fine mese – conclude il presidente – approveremo il bilancio e nomineremo i nuovi amministratori».
Il Pd l’ha letta diversamente. Fanelli ha posto l’accento proprio sul conflitto che si era creato da un anno fra la Regione e il vertice di Finmolise. Fino ai 20 milioni di fondi europei trasferiti alla Spa – operazione che per i dem ha evitato il definanziamento ma non segna avanzamento della spesa – e destinati da Palazzo Vitale a finanziamenti energetici a credito, «a livello nazionale li prendi a fondo perduto, è logico che non saranno molto richiesti». L’ennesimo contrasto, per il Pd, che ha portato la governance a prendere atto che fosse meglio togliere il disturbo.

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