Reduci dal presidio di protesta inscenato davanti all’ospedale Vietri, il comitato San Timoteo di Termoli ha riunito questa mattina la stampa per lanciare delle proposte che al netto dei tagli imposti dal piano di riordino ospedaliero tendano a individuare una diversa strategia politica per assicurare al meglio i diritti all’assistenza in Basso Molise e non solo.

Il presidente del comitato Nicola Felice, nella sala della parrocchia omonima in via Pepe, ha illustrato le criticità contenute nell’integrazione al programma pluriennale approvato con decreto del commissario ad acta Frattura lo scorso 4 giugno, evidenziando l’impropria accelerazione fatta nella prima decade di giugno, compresa la pubblicazione sul Burm di martedì scorso in versione straordinaria, in previsione della 48 ore decisiva che vedrà la seduta monotematica del Consiglio regionale di lunedì prossimo e due giorni dopo il tavolo Massicci che darà il suggello finale a questa operazione di razionalizzazione inseguita da tempo.

Per Felice è opportuno che vengano rispolverate possibili vie di fuga come gli accordi di programma con le regioni limitrofe, si pensi all’Abruzzo per l’integrazione territoriale che veda l’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone come punto di riferimento montano di due vallate di altrettante regioni, oppure la Campania per il polo venafrano-isernino, dove nella regione amministrata da Caldoro 17mila sono i posti letti e alcuni non sono utilizzati  e si potrebbe chiedere una compensazione per il contributo idrico che il Molise da tempo garantisce ai confinanti.

Ma il cuore della proposta, tuttavia, risiede nel trasferimento del polo della fondazione Giovanni Paolo II al Vietri.

Infine, dall’ingegner Felice e dagli altri associati gli auguri di buon lavoro per il neo sindaco di Termoli Angelo Sbrocca e la nuova amministrazione.

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