Il tema della sanità è particolarmente sentito. E sul punto c’è da registrare l’intervento del coordinamento molisano dell’Altra Europa che chiede a Frattura di convocare un incontro con tutte le forze politiche.

“Il diritto alla salute è riconosciuto dall’articolo 32 della costituzione – si legge in una nota inviata dal movimento – e riteniamo che questo diritto debba essere assicurato da strutture che non hanno finalità di profitto e lucro. Per questo motivo, il Sistema Sanitario deve essere essenzialmente pubblico. Il privato convenzionato deve essere complementare e marginale. Le disfunzioni attuali del nostro Servizio sanitario regionale derivano dall’aver utilizzato i fondi provenienti da Roma per una gestione di potere locale e non per il soddisfacimento dei bisogni sanitari reali. Si è venuto così a determinare un ingorgo strutturale con uno spreco di fondi per soddisfare le diverse clientele politiche. Ciò ha determinato l’enorme deficit di bilancio con aumento delle spese a carico dei cittadini e l’assenza di servizi veramente utili alla popolazione”.

“Ora – aggiunge il movimento – approfittando della necessità di attuare un piano di rientro, invece di correggere gli errori del passato, si vuole privatizzare il servizio e trasformare sempre più il diritto alla salute in merce. Corollario importante e fondamentale alla privatizzazione è la precarizzazione del lavoro. Non è un caso che la forza lavoro dell’ASREM è per l’80% formata da precari. Noi proponiamo invece una diversa linea politica per risolvere i problemi sanitari”.

Tre i punti cardine per il movimento dell’Altra Europa. “L’elaborazione di un piano sanitario che parta dall’analisi dei bisogni reali della popolazione e stabilisca di quanti ospedali, assistenza domiciliare, lungodegenze, RSA, continuità assistenziale, emergenza territoriale, case della salute necessita il territorio, poi l’attivazione di una contabilità analitica per centri di costo nelle singole unità operative che ci permetta di comprendere quanti fondi vengono utilizzati e per quale scopo e infine l’adozione del criterio del carico di lavoro, stabilito dopo contrattazione ed analisi dei dati fatte con tutte le forze sociali, per la distribuzione della forza lavoro”.

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