Una nuova tegola sta per cadere sull’ospedale di Isernia. Nel giro di poche settimane il reparto di otorinolaringoiatria chiuderà i battenti, per far posto alla lungodegenza attualmente allocata al Santissimo Rosario di Venafro. La decisione dell’Asrem è stata comunicata dalla direzione sanitaria con una nota recapitata al personale dell’unità operativa.
Poche righe, con cui si invita lo staff ad esaurire l’attività programmata nel più breve tempo possibile e che tuttavia non spiegano cosa ne sarà di medici e infermieri.
Il provvedimento, giunto improvvisamente, è un vero e proprio diktat che, secondo i pazienti, non tiene conto delle conseguenze che produrrà.
Nel comunicato della direzione sanitaria isernina si invita il personale a enunciare i tempi necessari a smaltire le liste d’attesa, ma non viene spiegato cosa ne sarà degli utenti.
Le migliaia di pazienti che afferiscono ogni anno al Veneziale, per fruire dei servizi di otorinolaringoiatria, a quale struttura dovranno rivolgersi una volta che il provvedimento sarà esecutivo?
Gli infermieri, con ogni probabilità, rimarranno in loco per la lungodegenza, ma i medici dove verranno impiegati? Dovranno occuparsi semplicemente delle visite ambulatoriali? Sì, perché appare evidente che gli interventi chirurgici relativi a quell’ambito non verranno più svolti, così come non si conosce il ‘destino’ dei macchinari del reparto.
Nonostante il piano di riordino sia stato stilato da tempo dalla struttura commissariale, questa situazione appare come un fulmine a ciel sereno per l’ospedale di Isernia, già alle prese con difficoltà croniche quali carenza di personale e di posti letto, iperafflusso di persone e col rischio chiusura del punto nascita (la cui valutazione per ora è stata rinviata al prossimo anno) e di tanti altri reparti.
Tutto questo succede mentre l’attività del reparto è sempre più intensa.
L’unità operativa di otorinolaringoiatria, nel corso degli anni, è diventata un vero e proprio punto di riferimento per tutta la regione Molise e non solo.
Il 40% dell’utenza infatti è rappresentata da pazienti che arrivano a Isernia da territori limitrofi, soprattutto da Abruzzo e Campania.
I sei posti letto ordinari e i due di day hospital ‘lavorano’ a ritmo serrato, proprio per soddisfare con servizi e qualità la grossa mole di richieste. Per non parlare delle urgenze, fronte su cui lo staff è sempre in prima linea e che, con queste nuove disposizioni, viene altrettanto messo in discussione.
I numeri realizzati dal reparto solamente nel corso dell’ultimo anno parlano di: 300 interventi, 5mila visite ambulatoriali, tra interni ed esterni, di pronto soccorso e, non da ultimo, centinaia di visite endoscopiche e altrettanti esami strumentali.
Notevole è, infatti, la valenza dell’attività diagnostica svolta quotidianamente dai tre medici specialisti operanti nell’unità, a vantaggio di cittadini che, negli anni, hanno sviluppato un senso di affezione nei loro confronti.
La fidelizzazione del paziente, aspetto che va considerato in maniera particolare quando si parla di salute, è un punto fondamentale di quel reparto che ora, a quanto pare, verrà meno per fare spazio ai malati cronici ricoverati a Venafro.
Del resto dal primo gennaio scorso il nosocomio venafrano è diventato ufficialmente ‘ospedale territoriale’ e questo prevede che all’interno non vi siano reparti.

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