In campo per Report, anzi sulle barricate, il Movimento 5 Stelle. Per antagonismo ad un sistema che M5S contesta. Ma anche perché la trasmissione di Raitre è nella bufera per un servizio che ha messo in dubbio la validità del virus contro l’Hpv, che provoca il 100% dei tumori al collo dell’utero.
Nell’Italia del 2017 le campagne vaccinali cedono il passo. Tanto che il Presidente della Repubblica ha deciso di testimoniare di persona la necessità di vaccinarsi contro l’influenza qualche mese fa. Sul territorio, governatori e amministratori regionali pure hanno avviato iniziative di comunicazione. Mentre la posizione dei 5 Stelle dà ampio spazio agli interrogativi e alle paure dei genitori. «Vaccinare meno, vaccinare meglio»: così un articolo pubblicato sul portale dei 5 Stelle al Parlamento europeo.
Report si è occupato del vaccino contro il papilloma, per il presidente dell’Istituto superiore di sanità Ricciardi «il primo prodotto contro il cancro» e «il più importante programma di prevenzione oncologica mai attuato». La trasmissione si è soffermata molto sulle reazioni avverse, ma senza citare dati scientifici, precisi e concordanti. A Repubblica, il responsabile dell’Hpv Unit del Regina Elena Mariani ha spiegato che «su 200 milioni di dosi somministrate, non ci sono stati effetti collaterali gravi o mortali correlabili al vaccino». Tra gli effetti collaterali, ha segnalato Ricciardi, «dolore e rossore nella sede di inoculo e rialzo febbrile (in circa il 10% dei casi)».
Il ciclo prevede due dosi a sei mesi di distanza al compimento del 12esimo anno di età. Chi si vaccina dopo i 15 anni e fino ai 45 deve fare tre dosi. Fino al 2015 il 70% delle ragazze italiane risultava vaccinato. Attualmente, secondo i dati dell’Hpv Unit, la percentuale è scesa al 55%.
La copertura territoriale varia: dal 73,2% della Toscana al 27,8% della Provincia di Bolzano. Il Molise è al nono posto con il 59,4% (superiore alla media nazionale che è del 56,2). È la percentuale più alta fra le regioni del Sud.

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