Prc di Isernia e Pcl chiedono l’immediata revoca della sospensione (di tre giorni) inflitta dall’Asrem all’ex primario del Veneziale Lucio Pastore per violazione del codice di comportamento.
La sanzione è arrivata al termine del procedimento disciplinare aperto sulle dichiarazioni di Pastore – alla stampa e sui social network – contro il piano di riordino e il troppo spazio (in termini di posti letto e risorse) a suo dire lasciato ai privati. Secondo Rifondazione l’Asrem ha punito «chi lotta in difesa della sanità pubblica denunciando l’operato del Frattura che oramai si accinge allo smantellamento completo del nosocomio isernino. Questa politica operata dal Frattura e dal governo nazionale ha una caratteristica forte in provincia che si concretizza nei fatti con il favorire il vicino nosocomio privato della Neuromed. La privatizzazione della sanità nel Molise raggiunge ormai più del 40% della sanità presente sul territorio, superando tutte le regioni d’Italia dove la percentuale è intorno al il 20%». Infine l’appello a deputati, senatori, consiglieri regionali «e aspiranti tali che a parole si sono espressi per la difesa della sanità pubblica a far un salto qualitativo pratico (non demagogia) cioè far ritirare il provvedimento disciplinare» e i provvedimenti di chiusura dei reparti del Veneziale.
Il coordinatore del Pcl Tiziano Di Clemente accusa gl’Asrem di abuso di potere e violazione dell’articolo 21 della Costituzione: «Nessuna norma di legge o contrattuale consente alla Asrem di privare un dipendente della facoltà di esprimere pubblicamente e a nome personale il proprio pensiero e di partecipare ad iniziative contro la privatizzazione della sanità molisana in difesa dell’universalità del diritto alla salute». Proporre un’idea di sanità diversa rispetto a quella portata avanti dalla Regione e dai vertici Asrem, «come sta facendo anche il dott. Pastore, non è “un’offesa all’immagine dei superiori gerarchici sanzionabile disciplinarmente”, ma solo il legittimo esercizio dei propri diritti nell’interesse delle masse popolari molisane, vittime predestinate dell’attacco in corso al diritto alla salute».Se l’azienda sanitaria non annullerà in autotutela la sospensione e lo farà un magistrato, il Pcl chiederà che a pagare le spese di giustizia non sia l’Asrem ma personalmente chi se ne renderà responsabile.

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