In Molise sono oltre 3mila gli infermieri iscritti all’Albo: 2,8 ogni 100 abitanti, hanno un’età media di 51 anni, ognuno assiste in media 15 pazienti per turno di lavoro.
Numeri, resi noti dall’Ipasvi in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere, che sa doli non rendono però l’idea di quanto sia importante questa figura per il sistema sanitario.
Ieri in piazza Vittorio Emanuele a Campobasso un gruppo nutrito di infermieri e studenti hanno realizzato un info point molto interattivo – non solo consigli ma anche un flashmob – per illustrare ai cittadini i corretti stili di vita e altre fondamentali misure di prevenzione dai più vari fattori di rischio. Tra i ‘servizi’ offerti anche la misurazione della pressione.
Il ruolo dell’infermiere – spiega la presidente del collegio Ipasvi del Molise Mariacristina Magnocavallo – è cambiato «in modo notevole grazie alla normativa che ha accompagnato il percorso della figura infermieristica, non solo sotto l’aspetto istituzionale ma anche per tutto l’aspetto formativo che è entrato nell’ambito universitario».
Alle tante persone che si sono fermate al gazebo allestito davanti al Municipio è stato distribuito anche un opuscolo informativo dal titolo ‘Più infermieri più salute’. Tre i concetti fondamentali: promuovere, educare, prevenire. Tre concetti che «rappresentano il percorso iniziale dell’infermiere accanto al cittadino». L’infermiere, prosegue Magnocavallo, è quotidianamente accanto ai bisogni dei pazienti. Così, nell’opuscolo è illustrato il lavaggio corretto delle mani, rappresentato anche con un flashmob. E ancora l’uso corretto del telefono cellulare poiché le diffuse cattive abitudini sono ad alto rischio di incidenti. Infine, i corretti stili di vita, le abitudini alimentari «che rafforzano quella che poi è la qualità di vita».
Professionisti nelle cure, dunque, ma pure per quanto riguarda la vicinanza umana a chi soffre in un letto d’ospedale o viene assistito in casa o in altre strutture residenziali. È anche questa una caratteristica decisiva per chi decide di diventare infermiere. Un esempio, i percorsi specifici
di clownterapia. Conclude Magnocavallo: «Bisogna entrare in empatia con gli ammalati, solo così c’è la vera assistenza».

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