Finalmente qualcosa si è mosso e dopo mesi di battaglie e ben 4mila firme raccolte oggi è possibile ufficializzare che il reparto di otorinolaringoiatria rimarrà aperto. In seguito alle rimostranze dell’avvocato Ottavio Balducci, che sta curando il ricorso al Tar presentato dai medici in servizio all’ospedale di Isernia, il direttore generale dell’Asrem, Gennaro Sosto, ha firmato il decreto che assegna all’unità operativa del Veneziale due posti in day surgery.
«Nel prendere atto della richiesta e delle motivazioni addotte – si legge nella nota inviata al primario Giovanni Serafini e ai dirigenti medici di Isernia -, coerentemente rispetto a quanto già proposto alla Struttura Commissariale, si autorizza la disattivazione dei posti letto ordinari e la contestuale attivazione di due posti letto di day surgery presso il presidio ospedaliero di Isernia, da assegnare all’Unità operativa complessa ORL, nelle more del completamento della riorganizzazione della rete ospedaliera».
Questo il testo sottoscritto anche dai direttori sanitario e amministrativo dell’Asrem, ovvero Antonio Lucchetti e Antonio Forciniti e che di fatto dà il via al drastico taglio del reparto ma che, tuttavia, non ne comporta la cancellazione totale.
Del resto che Otorino non potesse rimanere nel pieno delle proprie forze si era capito sin dall’inizio di questa diatriba, cioè da quando, ad aprile, la direzione sanitaria annunciò che in quei locali sarebbe stata spostata la Lungodegenza di Venafro. La mobilitazione di migliaia di persone per lo meno ha indotto sia l’azienda sanitaria, sia la struttura commissariale a fare un mezzo passo indietro. I vertici hanno sottolineato di aver ritenuto validi i motivi sostenuti da così tanti pazienti. Sono proprio questi ultimi che, con la petizione popolare finita sul tavolo del governatore Frattura, su quello della ministra Lorenzin e all’interno del fascicolo posto all’attenzione del giudici del Tar, hanno spiegato quanto sia necessario che Isernia usufruisca di un servizio diventato, in 30 anni di lavoro, un punto di riferimento per l’utenza locale e per i tanti cittadini che arrivano ogni anno da Lazio, Campania e Abruzzo.
Intanto venerdì mattina è stato svolto l’ultimo intervento. Ora i medici continueranno a promuovere l’attività ambulatoriale, ma dovranno osservare dei turni di lavoro anche a Campobasso e, come sta già sta accadendo, andare a operare a Termoli. È lì che, per ora, è in servizio il direttore del reparto (unico per tutti e tre gli ospedali principali del Molise), ma presumibilmente in futuro gli interventi più ‘importanti’ verranno effettuati al Cardarelli di Campobasso.
A Isernia si procederà a interventi meno complicati, oltre che alle visite da ambulatorio, ma sicuramente l’assegnazione di due posti letto contribuisce a fare in modo che non si disperdano tante professionalità e, soprattutto, che si possa continuare a dare risposte agli utenti.
Un sospiro di sollievo anche per tutti quei rappresentanti istituzionali che, con delle note inviate a catena, espressero la loro contrarietà all’eventualità che tutto il territorio isernino perdesse un presidio fondamentale per garantire la salute delle persone.
Come funzionerà il reparto
Il paziente entrerà in ospedale alle 8 del mattino per essere sottoposto all’intervento. Le dimissioni sono previste entro le ore 20 dello stesso giorno. Ciò vuol dire che potranno essere eseguiti solo alcuni tipi di interventi. I turni fissati per i medici sono dalle 8 alle 20. Non sarà prevista dunque la reperibilità notturna, non più necessaria non essendoci posti letto ordinari.

Valentina Ciarlante

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