Ospedale “Cardarelli”, reparto di Diabetologia. Sesta struttura in Italia per diagnostica ed innovazione curativa. Questa la valutazione accreditata da valutatori scientifici nazionali. Un bel risultato.
La notizia ci viene data dal signor Lorenzo Greco, presidente dell’Associazione diabetici della regione Molise e vicepresidente nazionale. Eppure quanti allarmi, quante paure. Addirittura comitati a difesa della sanità pubblica quasi fosse un girone dell’inferno dantesco. E invece? Beh ci dobbiamo ricredere. Anche se bisogna comunque riconoscere le tantissime criticità contabili ed amministrative. Ma questo è un discorso di organizzazione territoriale. Insomma, un fatto politico di cui è meglio non parlare.
La qualità del servizio e la professionalità dei medici è, invece, un’altra cosa. Abbiamo già scritto qualche tempo fa del Cardarelli, in particolare di Chirurgia: professionalità eccellenti. Un reparto veramente prezioso per il territorio. È stato quindi una piacevole sorpresa e ci siamo tornati. Ci ha incuriosito il grande numero di persone ammassate in uno stanzone che sembra la sala d’attesa di una stazione ferroviaria: sono i diabetici. Tutti di una certa età. Capelli bianchi, silenziosi, educati ed in paziente attesa. Nessuno che si lamenti.
A dirigere il reparto il primario Antimo Aiello.
Siamo entrati e abbiamo constatato un’altra preziosità dell’ospedale. Non è un semplice ambulatorio come Larino e Termoli, ma un vero ed attrezzatissimo reparto. Sorprendente come i quattro medici riescono a controllare quasi 50 ammalati ogni mattina. Le infermiere sono inappuntabili. Attente, professionali e sempre cortesi.
Si comincia di prima mattina con il prelievo del sangue. E poi i controlli: cuore e circolazione, e poi occhi piedi e tante volte se necessario la prova da sforzo.
Il primario Aiello ci racconta il suo personale orgoglio per i risultati raggiunti anche nel campo della ricerca e delle innovazioni curative. Lo fa con modestia. Non sorride quasi mai ma, con precisione scientifica ci spiega l’eccellenza di tutte le professionalità che operano nel suo “reparto”.
Sono quattro medici e, purtroppo, ne manca uno previsto nell’organico ma che, forse, non arriverà mai. Come dicevamo, però, tutto funziona in modo straordinario. Entro le ore 14 tutti i pazienti completano il percorso e tornano a casa. Mai un lamento, una disfunzione. Sembra incredibile, che orgoglio.
Aiello è disponibilissimo. Racconta con pazienza ogni cosa. Si nota appena un pizzico di orgoglio nelle sue parole. Tutte le mattine è lì. Puntuale competente ed innovativo. Trova anche il tempo per convegni e soprattutto ricerca. Ci parla delle tante innovazioni ma, inutile addentrarci nei dettagli. Mentre Aiello risponde alle nostre domande, il percorso dei controlli non si ferma. «Avremo bisogno di maggiore spazio e di un podologo – dice -, qui vengono a curarsi ed a controllarsi anche dalle regioni limitrofe: dalla Puglia dalla Campania e dal Lazio. Manca purtroppo lo strumento per valutare il fondo dell’occhio. Importantissimo per i diabetici ma è rotto da oltre sette mesi ed ancora non si sostituisce». E non finisce qui. Nonostante il pesantissimo impegno in diabetologia, Aiello è anche responsabile di un percorso patologico molto delicato: endocrinologia, tiroide surreni obesità e osteoporosi. Anche qui le innovazioni curative sono straordinarie.
Reparti di eccellenza, dunque, di cui la politica dovrebbe occuparsi con maggiore attenzione.
Ricordiamo che il diabete, malattia del benessere come lo raccontano, ben curato, riduce le complicazioni e quindi la spesa sanitaria in maniera veramente notevole.
Prima di andare via parliamo anche con il presidente dell’associazione dei diabetici il quale esprime grande soddisfazione per i risultati raggiunti nel reparto. Tutto questo è doveroso farlo sapere.
Gratitudine dunque, per tutti gli operatori del reparto. Grazie naturalmente, al bravissimo e cortese primario dottor Aielloper quanto ha fatto e sta facendo.
A proposito per i prossimi politici regionali una affettuosa preghiera: ricordatevi di valorizzare questa eccellenza che ci invidiano in tutta Italia. Trovate almeno, uno spazio più adeguato. Non è difficile, vero?
«Novità importantissime – dice ancora Aiello – per il diabete di tipo 1, quello dei giovani per intenderci, le innovazioni curative sono veramente all’avanguardia».
Il percorso, naturalmente continuerà. Scriveremo ancora della sanità pubblica e non solo. Ci sorprende, però, un fatto inspiegabile: molti primari di diversi reparti non vogliono assolutamente dare notizie. Come se avessero paura. Di cosa?
Ado Barletta

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