La triste storia del 47enne arrivato in gravi condizioni al San Timoteo di Termoli e poi dirottato a San Giovanni Rotondo sta assumendo contorni particolarmente gravi che non possono essere sottovalutati o derubricati a prassi.
Il direttore sanitario dell’Asrem, sentito dalla testata giornalistica della Rai, ha fatto sapere che «i tempi dell’emergenza-urgenza sono stati rispettati».
Stando ai piani operativi in corso di attuazione, in Molise c’è un solo reparto di Neurochirurgia e si trova al Neuromed di Pozzilli (quello di Campobasso funziona proprio grazie ad una convenzione con Neuromed, perché secondo il decreto Balduzzi il Molise non ha gli abitanti per discipline quali, appunto, la Neurochirurgia).
La prima cosa da chiarire è perché il paziente è stato trasferito a San Giovanni Rotondo e non al Neuromed.
Il presidente dell’istituto di Pozzilli, prof Giovanni de Gaetano, ha precisato in una nota che «nessuna richiesta dal presidio ospedaliero San Timoteo è pervenuta al medico di guardia in servizio presso l’Irccs (Neuromed, ndr)» e, ancora, che «nessuna richiesta dal presidio ospedaliero San Timoteo è pervenuta al reparto di Terapia intensiva» dello stesso istituto.
Rettificando inesattezze giornalistiche, de Gaetano precisa, quindi, che «alcun trasporto è stato chiesto e quindi rifiutato per indisponibilità di posti letto. Anzi, atteso che il paziente era intubato, si precisa che la propria Terapia intensiva aveva disponibilità di quattro posti letto».
La nota a firma del presidente Neuromed chiarisce, inoltre, che «alcuna immagine del paziente è stata caricata sul sistema RIS/PACS (teleconsulto) attivata tra Asrem e Irccs per consentire la visione delle immagini in tempo reale».
Fonti interne alla clinica di Pozzilli fanno trapelare che pare non sia la prima volta che, in particolare dal San Timoteo, i medici preferiscono gli ospedali pugliesi o abruzzesi in luogo della clinica Neuromed. Perché accade ciò non è dato saperlo. Ma se tale consuetudine fosse confermata (quanto scrive de Gaetano d’altronde è evidente), sarebbe di una gravità senza precedenti.
In un sistema messo a rete che funzioni, va da sé che il paziente che necessita di cure neurologiche dovrebbe essere condotto direttamente all’ospedale (o clinica convenzionata che sia) specializzato in quella disciplina (nel caso del Molise, dunque, il Neuromed) senza passare per alcun Pronto soccorso. Ma ciò non accade. E, a quanto è dato sapere, è sempre discrezione dei medici che sono in servizio quando si presenta l’emergenza decidere la destinazione della persona che ha necessità di cure.
La convenzione stipulata tra l’Asrem e Neuromed si basa su un dato: l’alta specializzazione dell’istituto privato convenzionato. La legge stabilisce, infatti, che in caso di interventi neurochirurgici è necessaria la presenza in sala operatoria di almeno due neurochirurghi. Ciò vuol dire che per mantenere attivo ed efficiente un reparto sono necessari, considerando turni, riposi, ferie, malattie e quant’altro, almeno 12 medici. Un’equipe nutrita che, vista la complessità del settore, necessita pure di professionisti di comprovata esperienza e che eseguano numerosi interventi all’anno. Tutti requisiti che il Neuromed possiede. Ma, inspiegabilmente, i pazienti vengono dirottati altrove. Misteri molisani che compromettono ulteriormente la qualità delle prestazioni sanitarie.
Fermo restando, come confermato dal direttore sanitario dell’Asrem circa il caso in esame, la gravità del paziente già dal suo arrivo al Pronto soccorso dell’ospedale di Termoli. ppm
Il Molise deve, una volta tanto, uscire dal suo proverbiale letargo ed intervenire, congiunto, contro lo scempio che si sta perpetrando nei suoi confronti!!
Con la derubricazione di ogni cosa si sta sfasciando la regione. Questa è una storia che desta una rabbia senza fine, e tutti quelli che hanno avallato i tagli ne dovranno rispondere! Che paghi e venga rimosso dall’incarico chi ha sbagliato, perché di errore imperdonabile si è trattato. VERGOGNA!!!!!