Nel seguire l’avvio dei lavori del mese di prevenzione oncologica della Lilt l’occasione era ghiotta per chiedere al responsabile scientifico del Registro dei Tumori del Molise, il dottor Franco Carrozza, lo stato dell’arte di questo screening statistico. «Del registro tumori se ne parla e non si conosce l’argomento della discussione. E’ attivo dal 2014 e abbiamo quasi completato il primo quadriennio di registrazione, pur riscontrando problemi legati essenzialmente alla lentezza e alla mancanza di personale che affligge tutta la sanità del Molise e quindi immaginiamo che risolto questo problema riprenderemo al massimo ritmo. I primi dati che nel primo biennio sono stati anche pubblicati dall’associazione del registro tumori Airtum due anni fa non sembra che ci diano segnali particolarmente preoccupanti. Poi, qui si aprirebbe una discussione lunghissima ma non ci sono segnali molto strani e quindi sarei discretamente tranquillo. Chiaro che in ogni ambito territoriale c’è la sensazione che succeda qualcosa di importantissimo, poi nella realtà siccome i nostri sono piccoli numeri si disperdono nel tempo e nel resto della popolazione. Nessun picco epidemiologico in generale è stato registrato, c’è qualcosa relativamente alle neoplasie del tratto gastro-intestinale, mentre al contrario di quello che succede in Italia le neoplasie di mammella sono più basse. Rispetto all’incidenza nazionale c’è sempre da tenere in considerazione che tra il Nord, il Centro e il Sud c’è un gap che di solito perché esiste sia in termine di incidenza che di mortalità, l’incidenza nel Sud è più bassa ma la mortalità è più alta perché mancano le strutture e i percorsi adeguati, cose che si devono organizzare e attrezzare come la rete oncologica che noi stiamo mettendo in piedi, uno sportello che sia in grado di fornire adeguate informazioni a chi ha un problema di questo tipo». Sulla maggiore casistica dei tumori gastro-intestinali, Carrozza precisa che qualche volta sono il frutto di non corretti stili di vita, «anche se il tratto gastrointestinale comprende tante cose e diciamo che non tutti quelli che sono tumori hanno la stessa genesi e non tutti hanno gli stessi percorsi diagnostici e terapeutici».

Intanto al San Timoteo prende corpo il progetto dello sportello oncologico

Nell’ambito della Campagna Nastro Rosa 2018, lunedì primo ottobre si è svolto il primo evento dei tanti programmati per il mese di ottobre, noto come il mese della prevenzione del tumore al seno. Presso la Sala Conferenze dell’Ospedale San Timoteo, si è tenuto un incontro per presentare il Progetto Sportello Oncologico – “Nuova vita dopo la malattia: recupero del benessere psico-sociale dei malati oncologici”, di prossima apertura presso l’Oncologia del presidio ospedaliero di Termoli. All’evento, organizzato dalla Lilt in collaborazione con l’Asrem, hanno partecipato i volontari, coloro che hanno aderito da poco all’associazione, nonché il personale dell’equipe di cura del Day Hospital Oncologico dell’Ospedale di Termoli. Il dottore Giovanni Fabrizio, presidente della Lilt Campobasso e la dottoressa Carmela Franchella, vicepresidente Lilt Campobasso, hanno dato inizio alla presentazione del progetto la cui finalità è appunto quella di realizzare un valido ed efficace percorso di riabilitazione psico-sociale, inserito nel programma di cura e di follow-up del paziente neoplastico, per favorire l’adozione di stili di vita salutari e migliorare la qualità della vita. Non ultima, la promozione del benessere psico-sociale dei pazienti nel contesto ospedaliero. La dottoressa Carmela Franchella ha introdotto a riguardo il termine di prevenzione terziaria, con cui si intende la prevenzione delle cosiddette recidive (ricadute) oppure di nuovi tumori. Il progetto Sportello Oncologico dovrà essere uno strumento di prevenzione terziaria. «In questo contesto il ruolo delle associazioni è molto importante, esse svolgono attività non contemplate dal Sistema Sanitario Nazionale. Ad esempio, sebbene se ne parli, non esistono figure professionali che si occupano della psiconcologia, per la riabilitazione del paziente oncologico, e della nutrizione», afferma la dottoressa Franchellla. Tra i relatori, il dottore Francesco Carrozza, Oncologo presso il Cardarelli di Campobasso, conferma l’assenza di uno psiconcologo presso le strutture sanitarie. “Il progetto Sportello Oncologico è una esperienza pilota, ove il paziente si può giovare di tante attività e consulenze di professionisti volte a migliorare e a mantenere il suo benessere dopo la malattia. Al paziente si vuole dare qualcosa in più rispetto al passato e molto importante è il ruolo dell’equipe nel progetto” Continua Carrozza, La dottoressa Claudia Spina, psiconcologa presso il Cardarelli di Campobasso, ha enfatizzato le iniziative di coinvolgimento dei pazienti in un reparto di oncologia. La dottoressa Marianna D’Aulerio, psiconcologa in Termoli, ha illustrato il ruolo dei volontari in ambito oncologico riguardo all’approccio al paziente e allo stile di comunicazione. In relazione al progetto, i volontari dovranno illustrare il progetto, raccogliere il consenso, i dati anagrafici e gestire gli appuntamenti. Sono stati, inoltre, evidenziati gli strumenti per la tutela della privacy ai sensi del nuovo Regolamento europeo 679/2016 e il software per la raccolta dei dati tramite questionari. Sono in programma nuovi incontri per la definizione delle attività e la formazione dei volontari coinvolti.

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