Trecento interventi in due mesi. Numeri e qualità, innovazione. Al Cardarelli «rinasce» l’Oculistica, per usare le parole del direttore del reparto Arturo Moscato.
«Sono anni che Oculistica qui era ferma. Si è fatto tutto a Larino, infatti, per anni. Ma ora il Vietri non è più ospedale e si sono dovuti riorganizzare i servizi su Isernia e Campobasso». Entrambi i reparti li guida lui, che si dedica pure ad Agnone.
E qui emerge subito il punto di caduta della sanità molisana lasciata a metà del guado: con un riordino avviato, cioè, ma ora bloccato da sei mesi perché non c’è ancora il nuovo commissario. Il punto di caduta è il personale. In corsia e nelle sale operatorie in soccorso dei colleghi ospedalieri arriveranno gli universitari, in base alla convenzione siglata da Unimol e Asrem: 20 le ore da dedicare all’assistenza. «In ogni caso l’organico è sempre piuttosto scarso, basti pensare che io, oltre a pensare a Campobasso e Isernia, devo occuparmi ancora di Agnone dove abbiamo ancora l’ambulatorio ed è giusto che sia così», aggiunge Moscato accompagnando rappresentanti istituzionali e giornalisti nel tour nell’ala più moderna del Cardarelli. Anche gli altri colleghi oculisti per coprire i turni si dividono fra i vari ospedali della regione.
Il reparto offre diagnostica di primo e secondo livello e apparecchiature «rivoluzionarie, come l’angio-oct che riesce a coniugare insieme metodiche precedenti, angiografia e oct, esami che ci consentono di esplorare a pieno il fondo oculare e osservare con grande attenzione le patologie di tipo vascolare della retina». Esami, aggiunge il primario, che prima erano effettuati separatamente e l’angiografia veniva praticata con un’iniezione endovena di due coloranti, richiedeva accertamenti preliminari e la presenza dell’anestesista. Donne incinte, bambini, cardiopatici non potevano effettuarla. L’angio oct, invece, non è invasiva e non è preclusa a nessuno.
Un macchinario che «in Molise, esiste solo qui e nelle regioni vicine ce ne sono poche».
La Regione non ha ancora recepito i nuovi Lea, le prestazioni dispensate, ma l’angio oct, poiché sarà utilizzato molto per l’approfondimento diagnostico, non sarà a pagamento se prescritto da uno specialista.
L’attrezzatura è costata un milione, fondi dell’Asrem, che l’ha acquisito in leasing: un milione spalmato in sei anni che dà diritto anche all’assistenza.
Molto soddisfatto il governatore Toma: «Grandi passi in avanti grazie all’introduzione di nuovi macchinari, tecnologicamente avanzati, ma anche alla dedizione e alla professionalità del personale medico, paramedico e infermieristico, che desidero ringraziare per quello che fa quotidianamente». Quanto all’angio otc, «l’Asrem è tra le poche aziende in Italia ad avere a disposizione quest’apparecchiatura innovativa. Alla verbosità della politica, che sembra essere diventata la moda del momento, noi rispondiamo con la concretezza delle azioni».

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