Nella conferenza stampa di mercoledì pomeriggio il Comitato Pro Cardarelli ha ribadito la sua richiesta di riaccentrare i servizi e i reparti al Cardarelli di Campobasso.
L’associazione contesta, lo ha fatto anche in Tribunale, in particolare il protocollo fra Asrem e Neuromed che dopo la chiusura del reparto di neurochirurgia nell’ospedale regionale disciplina il trattamento delle urgenze neurochirurgiche che afferiscono al Cardarelli.
«Il cittadino con questa organizzazione rischia la vita. Se a me capita qualche cosa – ha detto in particolare il neo presidente del comitato Tommaso Iocca -, un incidente, un’emorragia cerebrale sopravvivo ad un viaggio fino a Pozzilli, ammesso che Pozzilli abbia il posto letto per ricoverarmi? Io credo di no».
Prende posizione l’Irccs di Pozzilli e lo fa a muso duro. «Da diversi mesi – dicono dal Neuromed – siamo in presenza di un’azione strumentalmente posta in essere sempre dai soliti individui, al solo fine di screditare e calunniare l’immagine del Neuromed mediante la divulgazione di false notizie. Peraltro in una materia particolarmente delicata quale la vita dei cittadini. L’Istituto ha pertanto dato incarico ai propri legali di denunciare alla magistratura tali comportamenti gravi, di cui continuano a rendersi responsabili mestatori che si nascondono dietro sigle inesistenti o insignificanti. Oltre al danno la beffa!».
Da Pozzilli poi ribadiscono che «il protocollo d’intesa per la neurochirurgia sottoscritto dall’Asrem con Neuromed ha contribuito e contribuisce a garantire l’assistenza per tutti i pazienti non trasferibili, nel solo ed esclusivo interesse a salvare vite umane. Un servizio il cui alto valore è quotidianamente riconosciuto all’Istituto a tutti i livelli, secondo tutti gli indicatori nazionali. I neurochirurghi Neuromed da mesi, ogni giorno, garantiscono l’assistenza presso il presidio ospedaliero Cardarelli di Campobasso senza utile alcuno per l’Istituto. I nostri professionisti e il nostro Istituto continueranno come sempre a preoccuparsi di salvare la vita delle persone non lasciandosi condizionare da chi continua soltanto a procurare allarme, per finalità poco chiare. Poco chiare sono, per esempio, le ragioni per le quali avvengono spesso trasferimenti di cittadini molisani presso ospedali di altre Regioni, determinando tra l’altro una elevata mobilità passiva per il Molise».

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