Se avessi richiesto una visita oncologica il 6 dicembre, lo specialista del Cardarelli mi avrebbe visto il 13. Se fossi della provincia di Isernia e avessi voluto andare al Veneziale, avrei dovuto attendere l’11 gennaio. Sette giorni o 35 (35 sono tanti per indagare su una sospetta patologia tumorale però è anche vero che recarsi nel capoluogo da Termoli o da Agnone può essere molto difficile ma non è impossibile).
Facciamo conto che, invece, mi serva un cardiologo. Sarei stata fortunata: l’8 marzo è la prima data disponibile al Cardarelli ma qualcun altro ha annullato la sua prenotazione e l’operatrice del Cup, con un sorriso, mi dice: il 14 dicembre. Otto giorni di attesa. Questi sono alcuni dei dati che Primo Piano ha reperito sul campo, trascorrendo cioè un po’ di ore al centro prenotazioni dell’Asrem. Le note dolenti ci sono, eccome. La ‘regola’ per la visita cardiologica al Cardarelli, del resto, è una di queste. Senza l’utente corretto e attento che ha disdetto, ci sarebbero voluti tre mesi.
Il viaggio al piano terra del palazzo di via Petrella aveva l’obiettivo di raccontare non solo la patologia delle liste d’attesa, bensì di fotografare il tutto (rispetto ad alcune visite e ad alcuni esami, scelti fra quelli tendenzialmente più richiesti). E provare a capire i motivi della patologia.
Come nasce questa inchiesta? Per caso. Il 27 novembre al poliambulatorio di via Gramsci il presidente della Regione fa da testimonial alla campagna antinfluenzale. Terminato il vaccino e archiviata la conferenza stampa, due signore che hanno appena lasciato la postazione delle prenotazioni intercettano sulla loro strada il direttore generale dell’Asrem Sosto e il direttore sanitario Lucchetti. La signora ha bisogno di un otorino, prima data utile al Cardarelli il 21 maggio. «Possibile mai? A maggio?». A Termoli, invece, il 18 gennaio. A Isernia, il 2 gennaio. A Larino avrebbe due chance: il 7 e il 10 gennaio. Ma lei scuote la testa, l’ingegnere e il dottore non l’hanno convinta: «Come ci vado io a Termoli?». Quindi aspetterà maggio e si lamenterà del servizio pubblico. O forse andrà da un otorino a pagamento.
La scena è simbolica di quello che in Molise potrebbe funzionare meglio. Tuttavia anche di una presa di coscienza che stenta ad affermarsi: la sanità non sarà mai più quella degli anni ’90, tanti medici e tutti i servizi più o meno vicino casa. Ad ogni modo è lì che nasce la domanda: qual è la reale situazione delle liste d’attesa? Dove si incaglia il meccanismo?
All’Asrem la prima domanda è stata: è possibile chiedere al Cup di indagare direttamente e di persona? Immediata e senza tentennamenti la risposta affermativa della direzione aziendale. Così chi scrive si è recata al centro prenotazioni, ha scelto alcuni casi da testare e lo ha fatto insieme agli operatori, pazienti e professionali.
SUL CAMPO. Il servizio sanitario nazionale eroga circa 3mila prestazioni, sono elencate nel cosiddetto nomenclatore. Quelle su cui viene valutata l’efficienza di un’azienda sanitaria sono poco meno di 50. Per i malati le (lunghe) liste d’attesa sono un cruccio, spesso una via crucis. L’ostacolo a cure efficaci. Per chi lavora in un’Asl o la guida un assillo non da poco, perché il Ministero valuta (e con il nuovo piano della ministra Grillo lo farà in maniera ancora più stringente) la perfomance aziendale anche in base al tempo che trascorre fra la richiesta di un esame e quando viene eseguito (e su quest’ultima data ci sarà da approfondire).
Per l’Asrem, azienda di una Regione in piano di rientro e commissariata, le liste d’attesa determinano la permanenza fra i ‘cattivi’ o l’ascesa fra i virtuosi. In sanità non sono concetti astratti, spesso diventano finanziari ed economici.
Antonio Boffa ha la stanza accanto all’ingresso del distretto sanitario. Di fronte al suo ufficio il corridoio che porta al centro prenotazioni. È lui il Caronte di Primo Piano. Mentre spiega ad Annarita, una delle dipendenti della cooperativa che gestisce il servizio per l’azienda, chi sia l’intrusa e di cosa abbia bisogno, qualcuno gli chiede una soluzione al problema x o y e qualcun altro lo informa: è un riferimento.
IL SOFTWARE. L’utente vede il suo viso, io invece la schermata del sistema operativo con cui Annarita lavora: è lo stesso da vent’anni, al netto di qualche aggiornamento. Impossibile non riconoscere il ‘vecchio’ Ms-Dos, sistema operativo informatico più diffuso al mondo fino al 1995 e commercializzato fino al 2000. Annarita deve aprire tre schermate per dare all’utente la panoramica completa dei tempi in tutte le strutture Asrem. Tante schermate quanti sono i distretti. E le schermate non interagiscono fra loro. Il sistema che è gestito da Molise Dati, tra l’altro, non consente di distinguere la richiesta come ‘breve’, ‘differita’ e ‘programmata’. Non è che a via Petrella amino restare giurassici. Ad aprile, anzi, il direttore generale Sosto ha dato mandato alla centrale unica di committenza di acquistare un nuovo software: moderno, capace di fornire simultaneamente la risposta relativa a tutte le strutture aziendali, di gestire le classi di priorità, anzi – spiega Boffa – ci sarà una riserva del 20% per le urgenze. Un sistema che sia il terminale dei flussi che i medici devono garantire su supporto informatico, in grado di evitare i ‘falsi tempi di attesa’, perché esistono anche quelli. Peccato che la centrale di committenza della Regione l’appalto non lo abbia ancora avviato… Altra storia da approfondire.
I TEMPI. Cinque visite specialistiche, sei esami: test non esaustivo ma significativo (la data in cui è stato eseguito è il 6 dicembre con un supplemento il 10).
Per una visita oncologica il 13 dicembre c’è posto al Cardarelli, l’11 gennaio 2019 al Veneziale.
Queste le attese per una visita cardiologica: 2 gennaio 2019 al poliambulatorio di Termoli, il 10 aprile 2019 al San Timoteo, il 12 dicembre 2018 a Larino, l’8 marzo 2019 al Cardarelli, il 18 giugno 2019 a Bojano, il 24 dicembre 2018 al poliambulatorio di Isernia, il 12 febbraio 2019 al Veneziale, il 31 gennaio 2019 a Venafro.
Per una visita ginecologica: il 12 febbraio 2019 al San Timoteo, il 30 gennaio 2019 al poliambulatorio di Termoli, l’11 gennaio 2019 al Cardarelli, il 20 dicembre 2018 al poliambulatorio di Campobasso, a Venafro il 18 dicembre e al Veneziale il 22 febbraio 2019.
I tempi di una visita neurologica: il 24 dicembre al poliambulatorio di Campobasso, il 7 dicembre al Cardarelli, il 19 giugno 2019 a Termoli, a Venafro il 20 dicembre 2018, al Veneziale il 10 giugno 2019.
Infine, per una visita ortopedica: il 12 marzo 2019 al Cardarelli, il 20 febbraio 2019 al poliambulatorio di Campobasso, il 17 aprile 2019 al San Timoteo, ma al poliambulatorio di Termoli il 10 dicembre 2018.
Quanto agli esami, una mammografia è possibile a Larino il 24 dicembre, al San Timoteo il 17 luglio 2019, al Cardarelli il 22 gennaio 2019. Un’ecografia alla mammella, a Isernia il 14 giugno 2019, al San Timoteo il 18 luglio 2019, al Cardarelli addirittura il 22 ottobre 2019.
Per gli esami strumentali sui tempi incide anche la disponibilità dei macchinari, oltre che la carenza di personale. L’ecografia cardiaca è un’altra delle note dolenti. Al Cardarelli bisogna attendere il 26 novembre 2019, a Bojano il 25 giugno 2019, al poliambulatorio di Campobasso l’11 giugno, a Larino, invece, è possibile il 9 gennaio 2019, a Termoli il 10 aprile. Una Tac? Al Veneziale il 14 febbraio 2019 e al Cardarelli il 7 giugno.
Questi i tempi per una colonscopia: a Larino il 22 maggio 2019, al Veneziale il 30 aprile, al Cardarelli il 10 luglio. Invece, per una gastroscopia: a Larino il 19 febbraio 2019, a Termoli il 4 aprile, al Veneziale il 30 aprile, a Venafro l’11 febbraio. Infine, per una radiografia del femore, al poliambulatorio di Campobasso il 19 dicembre 2018 e al Cardarelli il 9 gennaio 2019.
FINALE APERTO. Una precisazione è d’obbligo: una prestazione che sia ritenuta urgente da uno specialista non segue i tempi di attesa, il professionista può ‘scavalcare’ le liste.
Emerge, poi, abbastanza nettamente un dato: gli ospedali riconvertiti come Larino e Venafro sono utile valvola di sfogo: per alcune prestazioni offrono possibilità infinitamente migliori dei presidi di riferimento (Termoli e Isernia). Restano evidenti le criticità, ma essere partiti dal dato reale non per forza e sempre da quello peggiore, ha restituito uno spaccato diverso al cronista che ha fotografato la situazione. Il punto di vista del malato è diverso, naturalmente. Non tutte le persone anziane sono autonome e in buona salute come la signora che voleva andare dall’otorino al Cardarelli. Non tutte hanno chi le possa accompagnare. Le due strade si incontrano, però. Mettere in luce tutto, anche quello che funziona o non va proprio male, è il primo passo. Il secondo è capire come il sistema sanitario molisano può lavorare meglio. E ai suoi utenti offrire attese che non siano, al Cardarelli o al San Timoteo, anche più lunghe del tempo che ci è voluto per la nomina del commissario.
rita iacobucci

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