L’angiografo del Cardarelli si è rotto ieri mattina. Da ieri e per il tempo necessario alla fornitura del nuovo strumento che l’Asrem ha deciso di acquistare (in attesa di quello più performante previsto nel piano degli investimenti per la sanità pubblica) le emergenze destinate al presidio campobassano saranno trattate al Veneziale in collaborazione con gli emodinamisti di contrada Tappino.
Macchinario fondamentale in caso di infarto, la notizia che l’ospedale regionale ne dovrà fare a meno per una settimana (questo il tempo stimato dall’azienda sanitaria) rischia di riaprire la diatriba sull’organizzazione della rete per le patologie tempo dipendenti. Ma, ha spiegato il direttore sanitario dell’Asrem Antonio Lucchetti, la soluzione individuata «consente di gestire la situazione». I tempi di intervento, ha proseguito, sono rispettati. Il primario del reparto del Cardarelli ha organizzato i turni degli emodinamisti in base a questa nuova esigenza e il 118 ha ricevuto disposizioni di trasportare a Isernia gli infarti in corso. È già avvenuto altre volte e anche che al contrario le urgenze venissero trattate solo a Campobasso. Non è una situazione eccezionale, ha assicurato Lucchetti. Sull’ipotesi che potesse essere la Cattolica – struttura situata a pochi metri e specializzata nella cardiochirurgia – a ‘soccorrere’ il Cardarelli in questi giorni di difficoltà, Lucchetti risponde che la Fondazione «non ha una convenzione con noi. Ed è, come le dicevo, una situazione che l’azienda può gestire». Con le sue forze, quindi, e restando in un perimetro ritenuto efficace per la gestione degli infarti.
r.i.

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