La tregua l’ha decisa il Tar. Con l’ordinanza di cui è relatrice la giudice Rita Luce, ha stabilito che è più opportuno valutare le questioni e le richieste di Regione Molise e commissario della sanità nell’udienza di merito che è stata fissata il prossimo 10 luglio.
Un tempo breve per la consuetudine e i ruoli della giustizia amministrativa e che al collegio presieduto da Ignazio Silvestri ha fatto concludere che le esigenze di Palazzo Vitale, che aveva chiesto la sospensiva motivandola nella discussione di mercoledì in camera di consiglio, sono tutelate adeguatamente lo stesso.
Dunque, prima del nuovo Patto della Salute non ci sarà un pronunciamento della magistratura sulla legittimità del commissariamento della Regione per la gestione del piano di rientro dal debito della sanità.
Ad aprile è fissato alla Corte costituzionale il ricorso della Campania, il Molise chiederà la discussione congiunta del suo (il governatore Toma ha infatti imboccato due strade, quella del Tar per l’annullamento della nomina e quella della Consulta per conflitto di attribuzione).
Tre giorni fa, dunque, la discussione in via San Giovanni. Il prof Massimo Luciani e l’avvocato Alberta De Lisio (che dirige l’avvocatura regionale) hanno sostenuto le ragioni della giunta di via Genova e sollecitato in prima battuta la sospensiva: nelle more fino alla decisione di merito, nessuna vacatio perché Toma avrebbe assunto le funzioni di commissario – nella prospettazione della difesa – e la sub Grossi sarebbe rimasta al suo posto. A difesa della nomina da parte del Cdm del generale Angelo Giustini e di Grossi (il 7 dicembre scorso), si è costituita l’avvocatura distrettuale (per il governo e i ministeri di Economia e Salute). Al fianco dei commissari il Forum per la sanità pubblica e il comitato Pro Cardarelli. Il loro legale Massimo Romano (che li assiste insieme a Mariano Morgese), dopo la pubblicazione dell’ordinanza, ieri ha commentato: «Il mancato accoglimento della cautelare chiesta dalla Regione ci soddisfa pienamente, consentendo al commissario di continuare a operare preservando il ruolo gestionale e la separazione rispetto alla politica».
Infine, si è costituito anche Giustini. Ed è andato al contrattacco chiedendo, con l’avvocato Giuseppe Ruta, di annullare le delibere con cui la giunta Toma ha conferito mandato al prof Luciani e a De Lisio per il Tar e la Consulta perché, secondo la difesa del commissario, è viziata da nullità e invalidità derivata perché è stata votata anche dal vicepresidente Cotugno (cognato di Patriciello che è proprietario del Neuromed, Irccs convenzionato con la Regione).
Anche su questa richiesta, una miccia non indifferente nel dibattito politico, il Tar si pronuncerà in estate. Intanto Giustini e Grossi restano in sella.

r.i.

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