«In considerazione delle difficoltà di reclutare dirigenti medici, si autorizza l’Asrem all’espletamento di procedure per il conferimento di incarichi libero professionali estese anche a medici specialisti in quiescenza», vale a dire in pensione.
Lo scrive il commissario della sanità del Molise Angelo Giustini nella direttiva trasmessa all’azienda sanitaria regionale.
Il provvedimento segue la nota trasmessa ai vertici aziendali dal direttore facente funzioni della Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso Franco Doganiero, nella quale viene evidenziata la «gravissima criticità di personale medico in dotazione», accanto a «grosse difficoltà a garantire una corretta turnazione».
È una delle misure con cui la struttura commissariale, la Regione e l’azienda di via Petrella stanno cercando di tamponare la carenza di camici bianchi nelle corsie degli ospedali. Numerosi i concorsi che, pure se per assunzioni a tempo indeterminato, vanno del tutto o quasi deserti. Dopo questa strada, dunque, se si dimostra senza uscita, l’azienda percorrerà quello dell’incarico libero professionale (che non è un’assunzione).
L’emergenza personale non riguarda solo il Molise. Un nuovo studio del sindacato Anaao Assomed disegna la mappa delle carenze di specialisti in tutta Italia e punta il dito contro «l’errata programmazione delle borse di specialità perpetrata negli anni passati».
Dalla medicina d’urgenza alla pediatria, nei prossimi anni «non basteranno i neo specialisti a sostituire chi andrà in pensione» – denuncia Anaao – e il saldo tra chi entra e chi esce, nel periodo 2018-2025, si tradurrà in una mancanza di 16.700 medici. Le branche più in sofferenza sono la medicina d’urgenza e la pediatria. In testa tra le regioni che saranno più in difficoltà ci sono Sicilia, Piemonte e Toscana.
In Molise mancheranno 114 specialisti. I numeri di dettaglio nella tabella pubblicata da quotidianosanità: 19 medici di medicina interna, 16 anestesisti, 13 pediatri e 13 specialisti di malattie cardiovascolari, 12 psichiatri, 11 ginecologi, 9 chirurghi, 8 ortopedici e 6 oculisti.
Sostiene l’Anaao, in particolare analizzando la situazione del Veneto, «appare lungimirante il finanziamento regionale di alcuni contratti aggiuntivi di formazione specialistica nelle branche più in carenza: ad esempio l’anestesia e rianimazione, con ben 17 borse aggiuntive all’anno a finanziamento regionale. Nel 2025 il deficit stimato di specialisti sarà limitato in 32 unità e pertanto la carenza sarà meno importante che in altre regioni italiane».
Un percorso, questo, a cui ha dato via libera il Consiglio regionale martedì impegnando il governatore a reperire fondi da dedicare a borse per specializzandi utili a coprire le carenze e a far restare i giovani medici formati col contributo della Regione nelle corsie degli ospedali molisani. L’unico surplus che dalla tabella di Anaao si evince per il Molise è nella radiodiagnostica (nel 2025 ci saranno due specialisti in più di quelli che servono). Non a caso. Visto che la facoltà di Medicina dell’Unimol ha la scuola di specializzazione in Radiodiagnostica.

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