Il decreto Calabria è legge. Il voto finale di Palazzo Madama, nella tarda mattinata di ieri: 137 voti favorevoli e 103 contrari.
Il provvedimento che commissaria in toto la sanità calabrese, prevede anche diverse norme di interessa nazionale: dal nuovo tetto di spesa per il personale alla formazione e all’apertura delle procedure concorsuali agli specializzandi.
Atteso in Molise in particolare per lo sblocco del turnover. Meglio: perché cancella il blocco del turnover come conseguenza automatica del disavanzo (restano in vigore l’aumento di Irpef e Irap e il divieto di effettuare spese non obbligatorie). Il deficit segnalato dal tavolo tecnico l’11 aprile scorso sui conti 2018 con la notifica del verbale una ventina di giorni fa aveva, di fatto, bloccato assunzioni e concorsi che solo due anni fa erano stati avviati dopo uno stop decennale.
Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, l’Asrem potrà riavviare l’iter.
Il decreto Calabria, inoltre, alza il tetto di spesa per le assunzioni: a decorrere dal 2019, la spesa per il personale degli enti del servizio sanitario di ciascuna Regione non potrà superare il valore della spesa sostenuta nell’anno 2018, o, se superiore, il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4%. Valori che potranno essere incrementati annualmente, a livello regionale, di un importo pari al 5% dell’incremento, rispetto all’esercizio precedente, del Fondo sanitario regionale.
A volere fortemente il decreto Calabria, la cui prima stesura fu approvata nel Cdm straordinario svoltosi a Reggio Calabria, il ministro della Salute Giulia Grillo. «Oggi è un giorno storico», il suo commento di ieri. «Finalmente lo Stato ha uno strumento vero per curare il servizio sanitario calabrese da troppo tempo malato.
Il decreto non si occupa solo di rilanciare le cure in Calabria ma consente il riavvio delle assunzioni nella sanità di tutto il Paese. Abbiamo previsto lo sblocco delle assunzioni già dal 2019 per permettere a tutte le Regioni di migliorare i servizi sanitari e rilanciare il nostro prezioso Ssn», ha commentato sulla sua pagina Facebook.
L’ultimo intervento in Aula ieri prima del voto, quello del senatore M5S molisano Luigi Di Marzio. «Il decreto Calabria che votiamo oggi è un provvedimento fondamentale per la sanità calabrese. Una vera boccata d’ossigeno per una Regione in ginocchio, per le Regioni in piano di rientro, per la sanità tutta. Introduciamo – ha spiegato – un drastico cambio di marcia nella gestione, fino ad oggi fallimentare, della sanità in Calabria, un sistema che nessuno ha mai scardinato nonostante i servizi offerti ai cittadini siano sotto soglia minima e i costi altissimi. Nelle Regioni commissariate togliamo le nomine dei vertici sanitari (i dg delle Asl, ndr) dalle mani della politica grazie a una nuova graduatoria basata solo su merito e competenza. Sblocchiamo il turnover, anche per le Regioni in piano di rientro, modifichiamo il tetto di spesa per il personale in tutta Italia e interveniamo sulla carenza dei medici. È un testo importantissimo, e molto atteso, di cui come Movimento 5 Stelle non possiamo che esser fieri».
Così, infine, il deputato pentastellato molisano Antonio Federico: con la conversione in legge del decreto «diciamo sì a una sanità meritocratica lontana da spartizioni politiche, sì a un servizio sanitario nazionale di professionisti e diciamo basta al blocco del turnover per le regioni in piano di rientro come il Molise».
ppm

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.