Un invito provocatorio ma neanche troppo quello lanciato dal dottor Giancarlo Totaro della Fimmg: «Mamme termolesi, da lunedì prossimo presentatevi a partorire presso il reparto di Ostetricia dell’ospedale di Termoli: vedremo chi avrà il coraggio di rimandarvi indietro. Un atto di disobbedienza ad un provvedimento che nega il diritto alla salute vostra e dei vostri bambini. Dovranno chiamare i Carabinieri e se non lo fanno lo farò io per voi personalmente assumendomi ogni responsabilità. Facendo una sommaria statistica rispetto alle “numerose”, praticamente tutte, le gestanti che stanno facendo le analisi presso il laboratorio di Termoli, stanno provvedendo a cercarsi i medici ginecologi (a pagamento naturalmente perché con la prenotazione al Cup non farebbero in tempo) del reparto di Ostetricia di vasto per le visite cosiddette a “pagamento” propedeutiche al parto. Non ho sentito alcuna di loro che mi abbia detto che andrà a partorire a Campobasso. Nessuna! Questi sono fatti e non parole o supposizioni. Fatti, tutte fuori regione. Dopo, tra poco, a Roma qualcuno dirà che le donne del Basso Molise vanno a partorire a Vasto. Già, prima penalizzate e costrette ad andare a Vasto per la carenza di ginecologi, adesso per la completa assenza/chiusura del “reparto nascite”. Le donne bassomolisane comunque sempre colpevoli. “Mazziate e cornute”. È la stessa identità regionale molisana che se ne va, quindi non più solo un pezzo di identità termolese. Quindi in basso Molise, al momento, si può solo “morire”, e non è un eufemismo . Inoltre un altro pezzo di Pil molisano che se ne va».

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