Il 5 marzo i commissari della sanità molisana Giustini e Grossi inviano a Roma la premessa metodologica del programma operativo 2019-2021. Ai tecnici di Mef e Salute il generale e l’ex dg dichiarano l’intento di puntare nel nuovo piano sulla riqualificazione dell’assistenza dopo la dieta della passata legislatura incentrata sul risparmio e sull’equilibrio economico.
Sorry – risponde il tavolo tecnico nella riunione dell’11 aprile – la fase due può attendere. Anche per questo triennio, di cui sono già trascorsi sei mesi, la consegna è quella del rispetto dei conti. Perché i conti, viene fuori in quel giorno, sono ancora in disavanzo.
Lo scambio, riveduto e corretto per esigenze di narrazione, è nel verbale del tavolo tecnico. Resta da capire se gli sforzi messi in campo dopo l’11 aprile da Asrem e Regione per ridurre il deficit riscontrato dai Ministeri (22,1 milioni) porteranno, anche gradualmente, a un allentamento dell’esigenza ‘economicistica’ (ragionieristica direbbe per esempio l’ex presidente Iorio).
La Gsa ha chiuso il suo bilancio con una perdita di 15,6 milioni. C’è la partita sul trasferimento dei 4,2 milioni di fiscalità che la Regione deve trasferire alla sanità (e che ragionevolmente sarà definita a breve). Resta aperta, invece, quella dell’extra budget delle principali strutture accreditate, Neuromed e Cattolica. L’azienda sanitaria invece ha chiuso in pareggio il bilancio 2018.
Sarà importante il giudizio che il tavolo esprimerà entro fine luglio, quando ci sarà una nuova seduta. Intanto, conseguenza automatica del deficit è l’aumento di Irpef e Irap ufficializzato dalla nota dell’Agenzia delle Entrate qualche settimana fa. Altra conseguenza della valutazione non positiva espressa ad aprile, la mancata erogazione di 8 milioni, il 20% residuo dei 40 assegnati al Molise dalla finanziaria 2015.
Il programma operativo, che la struttura commissariale si era impegnata a redigere entro il 30 giugno, è stato inviato ai Ministeri per la preventiva valutazione il 4 luglio. Indiscrezioni ne sono già circolate. Come quella resa nota dal governatore Toma sull’indicazione ministeriale che vorrebbe il Caracciolo declassato a ospedale di comunità. Nel verbale di luglio, non ci sono dettagli. Qualche linea guida, però, sì: l’esigenza di risparmio sulla farmaceutica anche attraverso misure per migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni degli antibiotici; la richiesta di inserire il piano di implementazione della rete ospedaliera anche in relazione agli indicatori di volumi ed esiti previsti dal dm 70 (il famigerato Balduzzi).
A Roma è stata inviata la bozza, naturalmente i Ministeri possono validarla e basta oppure ‘suggerire’ modifiche. Pare che il commissario Giustini, comunque, si sia riservato l’ultima parola per dare riscontro alle esigenze emerse dal territorio. La firma sul documento, in definitiva, la mette lui.
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