Nonostante ruoli diversi e non perfettamente simmetrici, a chi è abituato a leggere oltre la superficie è stato abbastanza facile individuare – nell’ultimo anno soprattutto – nel preside di Medicina e nel direttore dell’Asrem due punti fermi nella gestione di una sanità ancora troppo nella tempesta.
Quando Luca Brunese è diventato rettore dell’Unimol, è stato chiaro che l’impegno preso col protocollo firmato a novembre del 2017 con l’allora commissario Paolo Frattura è l’avvio di un percorso in cui l’Ateneo può e vuole giocare un ruolo ancora più determinante. Da allora il governatore Donato Toma ha parlato a più riprese di un’azienda mista, universitaria e ospedaliera. Uno dei progetti che restano sul tavolo, ora che Gennaro Sosto – ironia della sorte – lascia il Molise per la Campania di Brunese, scelto da De Luca per guidare una delle Asl più importanti e complicate della regione, l’azienda Napoli 3. Brunese perde un interlocutore con cui aveva trovato un feeling innegabile: è la descrizione giornalistica, che semplifica e rende più leggibili le situazioni. Nella realtà, sempre più complessa della sua narrazione, i progetti nati da una visione condivisa della programmazione sanitaria sono un’eredità da compiere e non un’occasione sprecata. E questo il messaggio che arriva da via de Sanctis e ha uno specifico peso nel day after che ha visto, come era fisiologico attendersi, non poco smarrimento negli ambienti della sanità molisana, fra chi negli ospedali e nelle strutture lavora.
La nomina a Napoli, commenta il giorno dopo il rettore, «è null’altro che l’esito del riconoscimento della capacità professionale che Gennaro Sosto ha dimostrato in Molise in questi anni». Dei risultati raggiunti, ragiona senza nascondere la stima anche personale per il dg, «va fatto tesoro, sono il punto di partenza per chi dopo di lui dirigerà l’azienda sanitaria». Risultati che al successore consegnano, per il prof, un mandato meno difficile di quello che Sosto accettò tre anni fa. Tra gli altri obiettivi raggiunti, Brunese ne sottolinea uno: sotto la guida dell’ingegnere calabrese e a valle di due anni di vigenza dell’intesa con Unimol, l’azienda sanitaria regionale consegue nel 2018 il primo pareggio della sua storia. Una performance – di rilievo perché il Molise è commissariato e alle prese col rientro dal disavanzo – su cui hanno inciso pure i frutti dell’intesa che concretamente Brunese ha attuato insieme a Sosto, portando negli ospedali molisani i medici della facoltà. Si sopperisce alla ‘dannazione’ dei concorsi che vanno deserti o quasi e gli specialisti messi a disposizione dall’ateneo costano meno di quelli contrattualizzati dall’azienda.
«Rispetto alle azioni che abbiamo messo in campo come Università insieme alla Regione e al direttore Sosto oggi ritengo importante ribadire la disponibilità e la volontà di proseguire la collaborazione – con il nuovo direttore generale che la Regione individuerà utilizzando al meglio le sue prerogative – per dare continuità e valore ai risultati già conseguiti».
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