Il caso vuole che l’Asrem con i conti a posto e la vision orientata all’innovazione presenti un traguardo importante mentre la vecchia Asrem – che il tavolo tecnico definiva nei suoi verbali «fuori controllo» – viene messa all’indice nella conferenza stampa con cui Finanza e procura erariale illustrano sentenze che chiedono un conto non salatissimo ma significativo a chi dirigeva l’azienda «fuori controllo».
Nella sala parlamentino di Palazzo Vitale è di scena l’Asrem che dal 2016, con la direzione strategica oggi al capolinea, ha imboccato la strada del riordino – e quindi della chiusura e riorganizzazione di reparti e ospedali – ma pure dei servizi al passo coi tempi. E quindi la rete di telestroke per la cura dell’ictus ischemico attraverso la trombolisi. O anche il sistema di diagnostica che mette in rete tutte le strutture dell’azienda sanitaria e consente ai professionisti di dialogare prima e meglio, quindi di garantire assistenza di livello pur con minori risorse umane e finanziarie. Un’impronta decisa e decisamente volta alla telemedicina, quella lasciata dall’ex direttore Gennaro Sosto che prima di prendere servizio al vertice dell’Asl Napoli 3 ha firmato – fra le altre – la delibera che acquista tre robot per i Pronto soccorso di Campobasso, Termoli e Isernia, realizzando la telestroke. La delibera di fine agosto arriva a valle di un percorso non lunghissimo ma ostinato. A dicembre, scelta «di buon senso» la definisce il direttore sanitario Antonio Lucchetti che sta svolgendo le funzioni di Sosto in attesa della nomina del nuovo dg, l’avvio della trombolisi al reparto di Neurologia a Isernia. La stroke diretta al Veneziale da Nicola Iorio sta dando «risultati entusiasmanti», ancora Lucchetti. Il Molise, ribadisce, «era l’unica regione in cui non veniva effettuata la trombolisi». Un trattamento che arresta l’ictus e consente la regressione delle sue conseguenze. Salva la vita e la qualità della vita. Della stroke unit al Cardarelli si parla dai tempi del presidente Michele Iorio, l’istituzione affonda radici in una delibera di quegli anni. Prevista dall’atto aziendale del 2018, la giunta Toma ha stanziato il finanziamento richiesto dall’Asrem più o meno un anno fa. L’elemento strutturale è completo, dice il dg reggente, i macchinari sono stati acquistati, ora ci sono i tempi tecnici di installazione. Non indica date, però. E parla di «intoppi burocratici». Più cauto dell’ex dg che prima di andar via invece stimava senza dubbi di sorta che entro settembre il trasferimento della stroke da Isernia a Campobasso avrebbe potuto (e dovuto) completarsi. Magari gli intoppi sono sorti dopo la partenza di Sosto o forse si è abbassata la guardia? È un reparto salvavita e da Termoli non si arriva a Isernia nello stesso tempo che da Campobasso. Pur se poco enfatizzata, è una grande conquista della sanità pubblica molisana, farla restare a lungo nel limbo della fase sperimentale – con l’alibi che adesso ci sono i robot – sarebbe paradossale. E dannoso.
Se alla ‘casa’ manca qualche passaggio, l’arredamento giusto è già pronto. A febbraio la decisione di puntare sulla telestroke, tecnologia che Sosto andò a visionare insieme ai dirigenti Asrem a Milano. Poi la sperimentazione di un mese al Cardarelli, a maggio l’azienda ha avviato un’indagine di mercato per verificare l’esistenza di ulteriori dispositivi e approvato il bando. Una la proposta arrivata: dell’azienda marchigiana Studio Pacinotti, che fornisce quindi i tre robot. Uno sarà installato al Pronto soccorso di Campobasso fra una settimana circa e metterà in connessione il reparto di emergenza dell’ospedale più grande del Molise con la stroke unit di Isernia. Da lì il neurologo potrà diagnosticare e dare indicazioni sul trattamento. Accanto al paziente, oltre al robot, personale formato. Dall’altro lato dello schermo, lo specialista che attraverso una cloche potrà visitare a distanza il paziente: orientare la telecamera, utilizzare gli strumenti diagnostici accessori, consultare i risultati degli esami effettuati. A regime, quando la stroke sarà al Cardarelli, gli ospedali spoke di Termoli e Isernia saranno connessi con l’hub e da lì riceveranno istruzioni.
Il robot, tiene a specificare Lucchetti, non è un mezzo informatico ma un dispositivo medico. La tecnologia intouch consente sicurezza e riservatezza dei dati che vengono trasmessi via cloud. Può essere utilizzato, e lo sarà nelle intenzioni dell’azienda sanitaria, anche per collegare gli ospedali molisani con centri di eccellenza extraregionali, un protocollo è allo studio con il Santobono di Napoli per la pediatria e la neonatologia. In sostanza, oggi l’ospedale unico regionale è ‘più’ realtà.
Un punto di partenza e al contempo eredità che la direzione nominata da Frattura lascia a chi verrà. «Quello sulla telemedicina è un progetto avviato con l’ingegnere Sosto cui va tutto il mio ringraziamento, insieme con entusiasmo abbiamo lavorato per innovare la sanità molisana», apre così il suo intervento Lucchetti. Dal braccialetto per i farmaci, alla rete di diagnostica e la telemedicina ospedaliera. Risultati arrivati grazie al lavoro di squadra, sottolinea poi in chiusura il direttore e menzionando per tutti Paola Sabatini, responsabile del progetto e dell’unità governance clinica dell’Asrem. «Ricordo – conclude Lucchetti – che quando presentavo lavori e progetti con le slide inserivo sempre una frase: un uomo solo non basta».

rita iacobucci

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