Al Veneziale viene mantenuto il punto nascita di primo livello. A Termoli, no. Per il San Timoteo sono previsti accordi di collaborazione con l’Asl di Chieti (in particolare col San Pio di Vasto) per Stroke unit, Emodinamica, punto nascita appunto. Le modalità sono da definire, ma sono previste equipe miste che si sposteranno da un presidio all’altro evitando così di spostare i pazienti. Infine, per ora, il Caracciolo di Agnone è destinato alla riconversione da ospedale di area disagiata a ospedale di comunità.
Se ne parla da qualche giorno e circola fra addetti ai lavori e comitati: una bozza di programma operativo, non è dato sapere se è quella inviata a Roma e quindi all’attenzione dei Ministeri o se è stata poi modificata, contiene almeno due elementi che faranno discutere. Le indiscrezioni, pagine ‘sfuggite’ al riserbo che avvolge da mesi il documento più importante che dovranno firmare i commissari Giustini e Grossi. Solo loro potranno chiarire se le indiscrezioni di queste ore rispondono al vero oppure no. Ma il fatto che dell’elaborazione, quanto meno dell’assemblaggio di capitoli nati in Molise, si stia occupando Agenas a Roma lascia pochi margini.
Il punto nascita del San Timoteo è stato ‘salvato’ dal Tar dopo la sospensione delle attività decisa a fine giugno dai commissari e attuata dall’Asrem. Ma, hanno detto pubblicamente ieri le mamme del comitato ‘Voglio nascere a Termoli’, nel nuovo piano non è contemplato. E infatti nella bozza che sta circolando, si fa riferimento ad accordi con il San Pio.
Quanto al Caracciolo, il documento che in estratto Primo Piano ha potuto consultare – e che nella parte dedicata alla rete ospedaliera richiama costantemente gli standard legati al bacino d’utenza previsti dal decreto Balduzzi – stabilisce che deve rappresentare un presidio adeguato a rispondere alle esigenze del territorio che è disagiato ma anche caratterizzarsi in percorsi assistenziali funzionali agli «ineludibili parametri di sicurezza». Quindi dovrà comprendere: posti di degenza a basso livello assistenziale e fisioterapia residenziale, un punto di primo intervento gestito dal 118, una postazione avanzata del 118, un ambulatorio polispecialistico, emodialisi, un punto prelievi, ambulatorio radiografico e farmacia. Ma da ospedale di area disagiata diventerà – almeno stando a questa bozza.
Lo aveva detto qualche mese fa il governatore Donato Toma. Evidentemente era questo il documento di cui era stato messo a parte, anche se lui parlò più genericamente di un indirizzo ministeriale e non nascose che la conversione in struttura di comunità – per i numeri e gli standard – sarebbe l’unico modo per salvare il Caracciolo.
«Uniamo le lotte dei vari territori dall’alto al basso Molise per una grande mobilitazione di protesta» per la sanità e il diritto alla salute. L’invito del sindacato Soa a margine della seduta del Consiglio di ieri, alla vigilia della manifestazione indetta ad Agnone per domani, suona come un progetto che potrebbe realizzarsi a breve. È intuibile, infatti, che la ‘temperatura’ del dibattito nelle prossime ore salirà.

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