La medicina e l’organizzazione manageriale dell’assistenza sanitaria hanno le loro ragioni. Che i territori, o i campanili, non conoscono.
Fisiologico che da Isernia si gridi allo ‘scippo’ di un reparto. Ma gli standard di sicurezza – e la logica – impongono di realizzare il reparto più avanzato nella cura dell’ictus nell’ospedale più attrezzato in termini di specialità e specialisti (perché il trattamento è multidisciplinare) e baricentrico rispetto a tutto il territorio in modo da garantire a tutti di avere accesso alle cure in tempo utile.
Dal 2 dicembre al terzo piano del Cardarelli è operativa la Neurologia con stroke unit: sei posti di Neurologia, sei di stroke e due di day hospital. Nel giorno in cui il presidente della Regione Donato Toma, il commissario Asrem Virginia Scafarto e il direttore dell’unità Nicola Iorio – insieme a loro fra gli altri la responsabile aziendale del governo clinico Paola Sabatini, del risk management Gabriella Ruzzi e la coordinatrice infermieristica Antonietta Licianci – ‘inaugurano’ il reparto i letti sono tutti occupati. Da uno schermo nella ‘sala di comando’ medici e infermieri possono tenere sotto controllo la situazione di ogni ricoverato: i parametri sono trasmessi dai monitor collegati ai letti. Attrezzature nuove e di ultima generazione in un’ala dell’ospedale ristrutturata.
«Detto, fatto», sintetizza il governatore Toma. Ricorda che fu il dottore Iorio a parlargli della necessità di realizzare la stroke al Cardarelli. Per concretizzare l’attivazione prevista dal programma operativo straordinario 2015-2018, la sua giunta ha stanziato a metà ottobre 2018 un milione e 200mila euro: fondi Fsc, non della sanità, sottolinea. Un anno dopo – e anche un anno dopo i primi trattamenti trombolitici avviati provvisoriamente a Isernia in attesa della centralizzazione – l’attivazione. «La tempistica è stata rispettata. Un esempio di buona politica e potremmo fare molto di più se avessimo più agibilità», dice riferendosi al commissariamento. La Conferenza delle Regioni, nella contro proposta di Patto per la Salute inviata ai ministeri della Sanità e dell’Economia ha recepito le sue richieste: commissario che coincida con il governatore e revisione dei parametri del decreto Balduzzi, per il Molise penalizzanti più che per qualunque altra regione. «È tempo di cambiare l’approccio alla sanità in deficit», insiste Toma. Che si aspetta aperture dal governo giallorosso.
La stroke, aggiunge sul tema della conferenza stampa, è «un reparto tosto. È garantita la trombolisi endovenosa per i pazienti che accedono a qualsiasi ospedale dell’Asrem. Prestazioni, dunque, che ci consentiranno di aumentare il nostro punteggio Lea, che ora è 180».
Nove neurologi, infermieri e tecnici di neurofisiopatologia: è la squadra coordinata al terzo piano del Cardarelli da Nicola Iorio. Reparto che lavora h24 e che si avvale continuamente dell’apporto di cardiologi, chirurghi e medici dell’emergenza e altri professionisti: la multidisciplinarità nelle stroke è di default. «Quando parlai col governatore della mia richiesta di attivare la rete stroke, la sua risposta arrivò quasi immediata. Si tratta di un centro per la cura dell’ictus, che io considero un punto di partenza. Dovremo incrementare le aree ictus nelle sedi periferiche», spiega il direttore del reparto che guida anche il dipartimento medico aziendale. Nel frattempo, anche per fronteggiare la carenza di personale, viene in soccorso la tecnologia. Entreranno in gioco i robot acquistati dall’Asrem a fine agosto e consegnati da qualche settimana. Realizzano la telestroke, che – assicurano Iorio e Scafarto – partirà a inizio anno, dopo il necessario periodo di formazione e affiancamento del personale. «I robot – ancora le parole di Iorio – ci consentiranno di effettuare visite a distanza, potremo collegarci con le sedi periferiche e arrivare alla somministrazione della terapia in tempi brevi evitando i ritardi che causano esiti invalidanti e anche ingenti spese in termini di costi di ricovero e percorsi riabilitativi. Grazie alla trombolisi, il paziente recupera l’autonomia, può tornare alla vita familiare, sociale, lavorativa».

La numero uno dell’Asrem: «Non è solo un trasferimento ma un cambio di prospettiva»

L’attivazione della stroke unit a Campobasso non è stata solo un trasferimento di reparto ma «un cambio di prospettiva nell’assistenza», dice Virginia Scafarto.
Commissario dell’Asrem dal 1 novembre e destinata a restare oltre la prima scadenza del mandato. Il governatore Donato Toma conferma che il nuovo dg dell’azienda sanitaria, che prenderà il posto di Gennaro Sosto da settembre alla guida dell’Asl Napoli Sud, arriverà non prima di fine gennaio. La commissione che valuta i concorrenti non terminerà i lavori prima del 21, poi servirà qualche altro giorno. L’incarico di Scafarto, che termina il 31 dicembre, pare sarà prorogato di un paio di mesi. Una professionista di cui Toma si dice molto soddisfatto. Direttore sanitario da anni in aziende ospedaliere e Asl della Campania, l’ultimo incarico alla Napoli Nord, i riscontri che arrivano al presidente dagli operatori, anche a margine della conferenza stampa, sono positivi.
La sensazione è che la dottoressa potrebbe non tornare così presto alla sua ‘base’. Intanto, conferma l’approccio di medio profilo all’incarico: è lei il commissario, donna sola al comando, ma tiene presente il passato – ancora recentissimo peraltro – in cui l’Asrem aveva un direttore in carica che ha voluto la centralizzazione del reparto e la rete di telestroke e le ha definite insieme agli altri vertici, al dottore Iorio e allo staff: «Io ho solo accelerato un po’ i tempi – dice Scafarto – Devo quindi dare atto a chi mi ha preceduto del lavoro che ha svolto».
La malattie cerebrovascolari rappresentano la seconda causa di morte in Italia. Meno note, quindi meno riconoscibili dai sintomi rispetto a quelle cardiache, hanno in comune questa caratteristica: il tempo per salvarsi e salvare le proprie abilità è poco. Fondamentale la rete di assistenza, che è appunto definita tempo dipendente.
Quando a inizio anno i Pronto soccorso di Isernia e Termoli saranno collegati con la stroke unit del Cardarelli, con l’entrata in funzione a regime della telestroke, le stesse identiche chance di superare l’ictus saranno garantite ai molisani indipendentemente dal luogo in cui si trovano, o meglio dall’ospedale in cui il primo soccorso verrà effettuato. Da Campobasso, il neurologo visiterà, attraverso i robot i pazienti che si trovano al San Timoteo o al Veneziale. Una diagnosi a distanza che fornirà ai colleghi dei Pronto soccorso gli strumenti per agire. Quindi effettuare il trattamento trombolitico, in grado di bloccare l’evento in corso e far regredire le conseguenze di un ictus, o trasferire il paziente al Cardarelli. O anche eventualmente a strutture che effettuano il trattamento chirurgico, quindi dotate di Neurochirurgia, quando si tratti di ictus emorragico (anche questa forma, però, da quanto ha spiegato il direttore del reparto Nicola Iorio, in alcuni casi è trattabile con terapia farmacologica).
A Isernia (dove il reparto con stroke era incardinato fino a dicembre ma dal piano operativo 15-18 era prevista la centralizzazione a Campobasso) e Termoli, ha reso noto Iorio – che è direttore del dipartimento medico dell’Asrem – si sta studiando l’organizzazione di un’attività ambulatoriale per garantire le prestazioni neurologiche almeno in alcuni giorni della settimana. «La telestroke inoltre – la chiosa di Scafarto – consentirà di garantire le stesse prestazioni a Termoli e Isernia. Non ci saranno più pazienti trasferiti a Campobasso che poi magari non erano candidati al tipo di assistenza che offre la stroke. Un passo ulteriore rispetto all’appropriatezza».

rita iacobucci

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