Il rettore dell’Università del Molise Gianmaria Palmieri si è dimesso nei giorni scorsi dal Consiglio generale della Fondazione Banco di Napoli.
La decisione a causa della sua «radicale contrarietà», così la definisce una nota inviata dall’Ateneo, all’acquisto di una partecipazione significativa (circa 8 milioni di euro) nella Banca Regionale di Sviluppo (in condizioni di gravi difficoltà economico-patrimoniali), giudicata inopportuna e di dubbia conformità alla legge e allo Statuto della Fondazione Banco di Napoli.
Il rettore Palmieri, insieme al prof Orazio Abbamonte, aveva espresso gravi riserve sull’operazione in una articolata nota presentata in vista dell’approvazione del bilancio della Fondazione, avvenuta malgrado il dissenso di Palmieri e Abbamonte (e col voto favorevole dei consiglieri molisani Giuseppe Di Fabio e Claudio Papa).
Palmieri, il cui nome in questi giorni ricorre nelle indiscrezioni politiche perché i promotori del’Ulivo 2.0 pensano a lui (e non solo) come probabile candidato governatore, spiega invece così la sua scelta rispetto alla Fondazione Banco di Napoli: «Ho perso completamente la fiducia nella governance della Fondazione. Le mie dimissioni dall’organo di indirizzo della stessa ne sono la ovvia e coerente conseguenza».

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