All’inizio del prossimo anno scolastico si riapriranno i cancelli della Don Milani. Gli interventi di adeguamento sismico sul corpo b della struttura di via Leopardi termineranno il prossimo 14 agosto, come ha assicurato ieri durante l’assise civica il sindaco Antonio Battista, e dunque le 18 classi, attualmente dislocate tra l’Unimol, la Petrone e il Liceo Artistico Manzù, potranno tornare nella loro scuola. Finisce così l’odissea cominciata a novembre del 2016, quando la relazione redatta dall’equipe del professor Callari evidenziò numerose criticità strutturali e di fatto decretò la chiusura della scuola. L’amministrazione di Palazzo San Giorgio, di fronte alla doppia ipotesi profilata dagli esperti Unimol, scelse la soluzione dell’adeguamento sismico mettendo sul piatto 370mila euro. Ma durante i due anni il costo dei lavori è lievitato fino a 480mila euro, un ‘dettaglio’ per nulla secondario che il capogruppo di Laboratorio civico Francesco Pilone ha rimarcato in aula attraverso una interrogazione. «Sono sempre stato contrario alla soluzione dell’adeguamento – ha precisato – a conti fatti abbiamo speso quasi 500mila euro per una scuola costruita nel 1978». Ma la critica più severa Pilone la riserva ai ritardi della consegna dei lavori: «Le responsabilità sono tutte dell’amministrazione – ha tuonato in aula – che nel progetto iniziale non ha inserito gli interventi per l’efficientamento energetico».
A spiegare i motivi dei ritardi c’ha pensato direttamente il primo cittadino: «I tempi si sono allungati perché abbiamo dovuto adeguare l’impianto di riscaldamento, dei bagni e dell’impianto energetico. Con la sostituzione della caldaia e gli interventi sulla copertura del tetto i costi sono aumentati fino a 480mila euro. Ma in questo modo all’inizio del prossimo anno scolastico, il 13 settembre – le parole di Battista – gli alunni avranno una scuola che risponde al 100% degli standard che la normativa in materia di adeguamento prevede». Insomma una scuola sicura.
Restano invece ancora molte ombre sulle condizioni dell’asilo nido di via Verga, l’ultima struttura, in ordine di tempo, passata ai raggi x dagli ingegneri dell’ateneo molisano. La relazione ha suggerito le ipotesi dell’abbattimento – come «ottimale» – e del adeguamento sismico, ma le criticità messe nero su bianco hanno allarmato i genitori dei piccoli che hanno chiesto precise garanzie al sindaco.
Questione sollevata in aula anche dal consigliere pentastellato Simone Cretella. «Abbiamo fatto altri sopralluoghi – ha detto il sindaco – e dai controlli in nostro possesso non è emerso il rischio dello sfondellamento dei solai. Ad ogni modo faremo altre verifica e qualora non ci dovessero essere le condizioni di sicurezza l’asilo sarà chiuso».
Ma gli stracci sono volati quando si è affrontato, per l’ennesima volta, il capitolo scuola di via Sant’Antonio dei Lazzari. La struttura qualche settimana fa è stata presa di mira dai vandali, «agevolati sicuramente dalla mancanza di un impianto di illuminazione», l’attacco di Cretella all’indirizzo del titolare ai Lavori pubblici Pietro Maio. «L’assessore ci deve ancora spiegare come mai la perizia di variante ha eliminato l’impianto di illuminazione dal progetto. Un anno fa avevo sollecitato l’installazione dei pali della luce, ma nulla ancora è stato fatto. Ci vogliono solo 6mila euro. Possibile che l’amministrazione – ha tuonato il grillino – può spendere 300mila euro per il Corpus Domini e invece i 6mila euro per l’impianto di illuminazione vanno inseriti nel prossimo bilancio? Non possiamo più permetterci di aspettare».

md

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