La ripresa, la Uil la chiama “ripresina”, tiene soprattutto al Sud. Lo dicono i dati sul Pil e le stime per il 2017.
Patti per lo sviluppo, decreti Sud: sono misure che aprono una strada importante.
«Le misure di sostegno alla creazione di nuove imprese, quelle per accelerare la spesa dei fondi comunitari, il credito di imposta investimenti, il bonus assunzioni per il Sud, l’istituzione delle Zes, i contratti di sviluppo gestiti da Invitalia sono tutti provvedimenti – sottolinea la segretaria regionale Tecla Boccardo – che vanno nella direzione giusta e che possono contribuire a consolidare la ripartenza dell’industria meridionale».
Per il ciclo di programmazione 2014-2020, confermano dal Centro studi Uil, tra fondi strutturali e di investimento europei, nel Sud sono a disposizione oltre 46 miliardi di euro, di cui: 25,8 miliardi di Fesr; 10,3 miliardi di Fse; 9,4 miliardi di euro di Feasr. A queste risorse vanno aggiunti i 7,4 miliardi di euro dei Programmi operativi complementari, gli 883 milioni di rifinanziamento di Garanzia Giovani e soprattutto i 44 miliardi del Fondo sviluppo e coesione. In totale 99 miliardi, «i famosi “100 miliardi di euro” che ad ogni inizio di programmazione vengono sbandierati da ogni governo in carica», è la stoccata della sindacalista.
«Come accelerare la spesa e programmare gli investimenti sarà una delle priorità al centro della nostra azione rivendicativa a livello regionale – prosegue Boccardo – e un occhio particolare va prestato all’area di crisi dove bisognerà condividere e mettere in campo rapidamente un pacchetto coordinato di interventi riguardanti la formazione e riqualificazione dei lavoratori e lavoratrici, l’assistenza alla ricollocazione, previsto dal recente decreto Sud, attraverso i recenti bandi emanati dalla Regione. Rispetto alle Zes invece, il ridotto regime degli incentivi fiscali previsto in queste zone rischia di depotenziarne gli effetti, a ogni buon conto adesso occorre definire rapidamente le norme attuative e istitutive per renderle rapidamente operative».
La Uil chiede, per le Zone economiche speciali, “protocolli amministrativi” per rafforzare politiche sulla sicurezza, lotta al lavoro irregolare e una forte azione di contrasto alla criminalità per affermare la cultura della legalità. «Sempre attraverso la contrattazione e la condivisione, si potrebbero introdurre elementi per una buona flessibilità (salari di ingresso, flessibilità di orari, flessibilità di turnazioni), all’interno di programmi articolati a livello aziendale, territoriale o di filiera in presenza di forti investimenti privati».
Quindi Boccardo conclude: «Il tempo delle frasi fatte è finito per tutti. Bisogna rimettersi in gioco e in discussione, tutti, dagli operatori economici al mondo della politica, dalle organizzazioni sindacali alle organizzazioni imprenditoriali, per ragionare tutti insieme sul futuro prossimo, su dove e come si voglia camminare per il rilancio e la valorizzazione del Molise. Al Sud e al Molise servono oggi più che mai una buona politica e un rinnovato protagonismo della classe dirigente locale. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida».

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