Il 13 giugno è stato siglato l’accordo sulle politiche attive che ha dato speranze a 2206 precari delle Poste.
Peccato, denunciano le segreterie di Uil Poste e Uil Abruzzo Molise, che l’intesa escluda dalle stabilizzazioni proprio queste due regioni. A cui spetterebbero, secondo quanto deciso da Poste Italiane Spa, «zero trasformazioni, zero consolidamenti e zero mobilità». I motivi? Stando a quanto emerso nella riunione del 13 giugno, per Poste Spa in queste due aree c’è esubero di personale.
Non la pensano così Uil Poste e Uil che evidenziano come «da lungo tempo si lamenta una atavica esiguità di personale negli uffici di cluster A2 e B, spesso lasciati senza operatori di sportello i cui direttori devono quotidianamente assolvere e coprire tutte le mansioni compresa quella dello sportellista». A supporto della sua posizione il sindacato indica pure le «illimitate ore di straordinario erogate e i continui distacchi richiesti al personale anche fuori Comune, per coprire e nello stesso tempo garantire il servizio negli uffici postali», «la modalità di gestione delle ferie» in cui «le direzioni per ovviare a carenza di personale sono costrette a revocare le ferie inserite nella programmazione fornita dal dipendente».
Per questo, la Uil Poste Molise e Abruzzo boccia il programma aziendale che esclude queste due realtà regionali dal beneficio delle politiche attive del lavoro. Inoltre, «il momento storico, la crisi economica che ancora produce i sui effetti negativi, la piaga della disoccupazione giovanile giunta ormai ai massimi storici, fanno in modo che questa decisione illogica aziendale venga osteggiata anche dai confederali regionali della Uil perché non è più un problema legato alle dinamiche della singola categoria, ma al contrario è problema sociale».

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