Prima l’accusa: la Regione evita la concertazione coi sindacati. Poi la replica del governatore: non ho mai interrotto il confronto, siete stati voi a scegliere di non partecipare alla riunione sulla manovra. Ieri, infine, la controreplica.
In conferenza stampa Paolo De Socio (segretario della Camera del lavoro Cgil del Molise), Giovanni Notaro (segretario aggiunto della Cisl Abruzzo-Molise) e Tecla Boccardo (leader della Uil) hanno ribadito le ragioni del cambio di registro.
«In un momento in cui c’è tanta povertà in questa terra, chiediamo coesione sociale, lavoro e sviluppo. Sono temi su cui si deve aprire un confronto vero, e non un’occasione di incontro, partendo dai progetti e poi sviluppandoli», ha detto Boccardo. «I giovani se ne vanno perché non trovano lavoro e chi lo perde aumenta le file dei poveri. Rispetto a questi argomenti – ha proseguito – il sindacato è stato lasciato solo, la politica gira la testa dall’altra parte. Non ci interessano gli show di questi giorni. I molisani aspettano risposte concrete da tanto tempo, nulla si muove all’orizzonte, non sono state poste le basi per lo sviluppo e per risolvere le tante vertenze ancora sul tavolo. In campagna elettorale c’erano ricette per tutto, ora dove sono finite?».
Nella sua risposta alla Triplice il governatore aveva evidenziato che gli incontri che sta realizzando sulla manovra sono un di più rispetto alle audizioni in commissione. Un di più rispetto a come si muovevano le amministrazioni precedenti.
La Cisl ha usato toni più soft rispetto a Uil e Cgil, ma ha pure ricordato che nella passata legislatura con la concertazione fra Regione e sindacati si ottenne l’area di crisi complessa. «A luglio il governatore ci inviò le sue linee programmatiche, noi inoltrammo un documento in dieci punti di nostri proposte. Da allora ci sono state aperture al nostro ruolo, anche nel comunicato dell’altro ier. Però se veniamo convocati per un’audizione ci aspettiamo di leggere una documentazione e poter fare osservazioni perché rappresentiamo persone, categorie e interessi. Ciò non è avvenuto. Apprezziamo l’apertura, però quei dieci punti sono fermi da sei mesi e pesano sulle persone. Unendo le forze come facemmo per l’area di crisi possiamo portare risultati in più per la nostra regione».
Infine, De Socio: «Il grido “lavoro lavoro lavoro” rimbomba in tutto il Molise ma a questo grido bisogna anche dare un seguito. Abbiamo rilanciato l’emergenza occupazionale, chiesto la riprogrammazione dei fondi, attenzione particolare a Zes e aree di crisi, ci vorrebbe un tavolo di confronto serio, che richiami a un metodo reale di confronto. Invece stiamo assistendo a convocazioni a mo’ di audizioni un po’ strane. Mi auguro siano incomprensioni e non un metodo per prendere decisioni in pochi e nella solite stanze del potere».

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