Firmato il primo Cis, la Uil incalza: ora implementiamo l’impianto con nuovi progetti per un Cis 2 e avviamo i cantieri di quelli finanziati.
«Si deve subito procedere, da parte delle amministrazioni i cui progetti sono stati finanziati, alla loro immediata cantierabilità, al completamento dei piani operativi, agli appalti delle opere, alla concessione delle abilitazioni, alla messa al lavoro di operai e aziende. Una fase complessa, sostenuta e affiancata da Invitalia, che dovrà concludersi entro il 2023. Ma ci sono da attivare – sottolinea la segretaria generale Tecla Boccardo – altri contesti e da recuperare anche altri progetti che in questa fase non sono stati finanziati dal governo centrale. Alcuni Comuni non si sono nemmeno mossi, forse perché increduli circa la validità del processo avviato ad inizio d’anno, altri perché non dotati di professionalità da mettere in moto per la progettazione (e, con i pochi dipendenti di cui sono dotati, non si stenta a credere loro), altri ancora perché di idee e proposte non ne hanno avute. Altre amministrazioni magari l’idea giusta l’hanno avuta, ma non sono riusciti a concretizzarla o presentarla adeguatamente, e in questa fase sono stati esclusi».
Sia il premier Conte sia i tecnici ministeriali e di Invitalia hanno assicurato che però è solo l’inizio. I sindaci, quindi, possono recuperare e correggere, le forze sociali possono concorrere a individuare opportunità e la Regione può accompagnare e suggerire, «mettendo a disposizione del territorio le competenze, sostenendo chi è rimasto indietro e soprattutto i piccoli Comuni, che spesso non sono dotati di strumenti e strutture adeguate. Vanno messi a disposizione i tecnici e gli esperti di cui Via Genova dispone, vanno semplificate al massimo le procedure e gli adempimenti amministrativi e burocratici, vanno fatti conoscere i progetti finanziati in modo che scatti il meccanismo della emulazione. E, nel frattempo, si devono supportare in ogni modo i Comuni che stanno passando alla fase attuativa», incalza Boccardo.
Alla Regione chiede «l’assunzione di un ruolo», con l’impiego delle risorse europee e con l’accelerazione della spesa di quelle del Patto per il Molise, nonché con il miglioramento della viabilità secondaria e il potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali. «Questa del Cis magari non sarà la soluzione a tutti i problemi del Molise. Ma, nella situazione economica, occupazionale e sociale in cui siamo precipitati, sono risorse economiche fresche e aggiuntive che offrono una interessante opportunità di ripartenza da non ‘snobbare’, apprezzata dalle comunità locali, molte delle quali hanno dimostrato una grande vivacità. Contando che presto se ne presentino altre», conclude la segretaria Uil.

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