CAMPOBASSO – Nell’ultimo rapporto ISTAT dedicato agli indicatori di salute, il Molise compare fra le regioni con la più rapida crescita di persone in sovrappeso: il 43 % degli adulti supera il limite del BMI 25, mentre quasi il 13 % entra nella fascia di obesità con un indice di massa corporea uguale o superiore a 30. Non sono numeri da allarme rosso, ma indicano una tendenza che nel breve volgere di un decennio potrebbe incidere sull’intero sistema sanitario regionale, dall’ospedale Cardarelli di Campobasso fino alle strutture periferiche di Isernia, Agnone e Termoli. Nel frattempo, a tremila chilometri di distanza, la Finlandia ha già messo in campo strategie integrate che vanno dalla nutrizione scolastica alla telemedicina domiciliare. Confrontare i due contesti è utile perché l’esperienza scandinava dimostra che la curva del BMI può scendere senza interventi draconiani, purché si lavori in sinergia fra medici, amministrazioni locali e società civile.
Il primo punto di contatto riguarda la tracciabilità dei dati. In Finlandia, l’istituto nazionale THL aggiorna ogni anno un portale aperto dove la popolazione può consultare l’andamento dei principali indicatori di salute comune, compreso il BMI medio suddiviso per età, sesso e provincia. A conti fatti, questa trasparenza ha avuto un effetto didattico: sapere che la propria contea si discosta dalla media nazionale spinge i cittadini a chiedere chiarimenti al medico di famiglia, generando un circolo virtuoso di prevenzione. In Molise un sistema analogo non esiste; ASReM raccoglie statistiche, ma restano relegate a documenti tecnici difficilmente accessibili al grande pubblico. Rendere consultabili i dati comunali sul BMI – magari attraverso la rete dei 136 comuni molisani – darebbe alle famiglie un termometro immediato della situazione e motiverebbe i sindaci a investire in campagne di attività fisica.
Se i dati sono la bussola, la scuola è il cantiere. In Finlandia il “programma latte e frutta” assicura a ogni scolaro una merenda bilanciata e gratuita. Non si tratta di moralismo dietetico, ma di una misura pubblica che alleggerisce il carico calorico dei distributori automatici. Nel Molise le mense scolastiche sono gestite da comuni o unioni di comuni con capitolati spesso vincolati al prezzo più basso. Gli assessori all’Istruzione di Campobasso e Isernia stanno studiando da mesi nuovi bandi che privilegino la filiera corta e riducano snack processati. Copiare l’impostazione finlandese significherebbe inserire nel capitolato un punteggio aggiuntivo per le aziende che presentino menù calibrati sul fabbisogno energetico reale degli alunni, tenendo conto del BMI medio delle classi. L’effetto di tali interventi si vedrebbe nel lungo periodo, ma l’esperienza nordica insegna che i primi risultati appaiono già dopo tre anni di somministrazione continuativa.
Oltre alle mense, Helsinki ha puntato su centri di telemonitoraggio: piattaforme digitali che permettono a chi vive in aree rurali di inviare settimanalmente parametri come peso, pressione e glicemia. Il Molise, con la sua densità di 67 abitanti per chilometro quadrato e molti paesi arroccati sui monti del Matese, potrebbe trarre vantaggio dall’introduzione di un sistema simile. L’idea è semplice: l’infermiere di comunità consegna al paziente un kit con bilancia connessa via Bluetooth, glucometro e, in caso di rischio cardiovascolare, un saturimetro. I dati confluiscono in una dashboard visibile al medico curante di Bojano o di Venafro. Se il BMI sale costantemente, il software invia un alert per prenotare una visita nutrizionale presso il distretto sanitario di zona, evitando spostamenti inutili in auto e parcheggi impossibili davanti agli ambulatori di Campobasso.
Finlandia non si è però fermata ai numeri. Una delle chiavi del suo successo è l’approccio multidisciplinare che integra psicologi, dietisti e allenatori certificati all’interno di percorsi bariatrici e, quando necessario, farmaci di nuova generazione come il semaglutide. A Helsinki la clinica privata Medilux – citata di recente da riviste internazionali – segue lo schema “4 P”: prevenzione, personalizzazione, partecipazione e privacy. Il paziente obeso entra in un programma di sei mesi e dispone di una chat h24 con il team. Se dopo le prime dodici settimane non ha ridotto il BMI di almeno due punti, il board valuta l’opportunità di introdurre un farmaco antiobesità oppure di programmare un intervento bariatrico. Nei reparti molisani l’interazione fra chirurghi e dietisti esiste da tempo, ma è episodica. Formalizzare un percorso unificato – sul modello del “4 P” finlandese – richiederebbe un accordo fra l’Università del Molise, l’ASReM e la Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso, ma l’infrastruttura digitale è già pronta grazie al Fascicolo Sanitario Elettronico.
Il discorso sull’obesità incontra quello sulla disfunzione erettile più spesso di quanto si pensi: uno studio dell’Università di Turku ha dimostrato che gli uomini con BMI superiore a 30 presentano un rischio di disfunzione erettile aumentato del 79 %. Anche qui la Finlandia ha creato percorsi che mettono insieme urologi ed endocrinologi, inserendo la salute sessuale nel pacchetto di esami preventivi per i pazienti obesi. Nel Molise, dove il problema è spesso relegato alla sfera privata, la sfida è sdoganare il tema senza tabù. Le Unità operative di Urologia di Termoli e Isernia stanno valutando l’inserimento di questionari anonimi durante le visite di controllo per ipertrofia prostatica: domande che non richiedono imbarazzanti confessioni, ma che aiutano il medico a suggerire una riduzione del peso come parte della terapia.
Non bisogna però cadere nella tentazione di importare ricette dall’estero senza adattarle al territorio. Il Molise è una regione con forte identità gastronomica: caciocavallo, pampanella, tintilia e ventricina fanno parte di un patrimonio da tutelare. La lezione finlandese non impone di rinunciare alla tradizione, ma invita a ribilanciare le porzioni, sfruttare l’eccellenza dell’olio extravergine locale e riposizionare il pasto principale a mezzogiorno anziché a sera. Alcune scuole di Termoli hanno già sperimentato laboratori di cucina “smart”: gli studenti reinterpretano ricette storiche in chiave leggera, calcolano il BMI di una famiglia tipo e presentano i dati durante gli open day. L’iniziativa, nata come progetto PON, somiglia ai workshop finlandesi sulla dieta del Baltico, dove gli alunni imparano a pesare pane e formaggio prima di aggiungere i condimenti.
Un altro insegnamento nordico riguarda l’infrastruttura urbana. Laddove il clima rigido avrebbe giustificato una vita indoor, i comuni finlandesi hanno creato pista ciclabili riscaldate e percorsi pedonali illuminati anche nei mesi invernali. Tradotto in chiave molisana, il tema chiave è la mobilità tra centro storico e periferia: favorire l’uso della bicicletta negli spostamenti quotidiani tra la città bassa e la città alta di Campobasso, dove un dislivello di 120 metri potrebbe diventare palestra naturale, purché l’amministrazione garantisca sicurezza e rastrelliere. Inserire il calcolo del BMI come parametro di impatto sanitario nei progetti di rigenerazione urbana non sembra più un vezzo accademico, ma una misura prevista dai fondi PNRR dedicati alla salute territoriale.
Infine, c’è l’aspetto economico. Il Centro studi di Confindustria Molise stima che le patologie legate all’obesità costino al servizio sanitario regionale circa 38 milioni di euro l’anno, una cifra che potrebbe salire a 50 milioni entro il 2030 se la curva del BMI progredisce al ritmo attuale. Nel modello finlandese, ogni euro investito in prevenzione restituisce tre euro in risparmi sanitari entro otto anni. Applicare lo stesso ratio a Campobasso e Isernia implicherebbe un piano pluriennale da almeno 10 milioni di euro: cifra ingente, ma inferiore a quella assorbita annualmente da complicanze di diabete e cardiopatie correlate al sovrappeso.
La strada, insomma, non è priva di ostacoli. Tuttavia, il dialogo fra il Molise e la Finlandia offre una prospettiva concreta: combattere l’obesità non significa imporre diete punitive, ma costruire un ecosistema che abbracci dati trasparenti, scelte alimentari consapevoli e infrastrutture a misura di passeggiata. Se il BMI diventerà davvero la bussola delle politiche sanitarie regionali, allora Campobasso, Isernia e Termoli potranno ambire a replicare – con dialetto e sapori locali – l’esempio di un Paese che ha saputo trasformare il freddo in un alleato per la salute pubblica.