Michele Iorio, esponente di Fratelli d’Italia, ha appena annunciato in Commissione il suo voto contrario al piano dei trasporti della giunta Toma. È intuibile come immagina dovrà essere il centrodestra al voto del 2023.
«Oggi non va più di moda distinguere fra centrodestra e centrosinistra visto quel che accade a livello nazionale. Inoltre, in Molise si annuncia un accordo politico fra 5s e Pd che fa tremare i polsi, due partiti che non riusciranno mai a esprimere una linea condivisa, se non la necessità di andare d’accordo per vincere. Per quanto riguarda il centrodestra, credo vada realizzata una proposta assolutamente innovativa rispetto al governo Toma, per i metodi e gli obiettivi da raggiungere. Occorre avere, inoltre, la perspicacia e la capacità anche di raccogliere movimenti che non essendo partitici possono condividere una scelta programmatica chiara. Questo potrà consentire al centrodestra di allargare molto i suoi confini. Io mi preoccuperò di portare avanti un’iniziativa che punti su un nuovo metodo e nuovi obiettivi immaginando di poter basare, su questo, anche la mia candidatura alla presidenza. Se raccoglierò le adesioni necessarie per rendere competitiva questa proposta, che i molisani avranno modo di conoscere nei minimi particolari, sono pronto ad impegnarmi. Altrimenti, alla mia età, non posso far altro che fermarmi e guardare cosa riescono a fare gli altri».
Nelle ultime settimane dal comitato per la costituzione di una coalizione civica è arrivata la richiesta di discontinuità. La chiede anche lei, quindi.
«Assolutamente. Ma con chiarezza, senza acredine né superbia. Bisogna dare al Molise una nuova opportunità. Io credo di essere nelle condizioni di poter incarnare questa esigenza. Data l’esperienza maturata e data la mia età, io non devo “sistemarmi”. Sono ampiamente “sistemato”, non cerco uno scopo personale. Guardo all’interesse del Molise e sto raccogliendo le visioni che possono coincidere con l’obiettivo che proporrò».
Sempre analizzando la coalizione civica in costruzione, mette insieme personalità di sinistra ma anche moderate, con storia radicata nel centrodestra. Penso a Democrazia popolare di Cancellario ma non solo. Un mondo variegato…
«Guardi, qualche “iniziativa civica” ogni tanto fa una premessa: siamo civici ma mai con la destra. Non sono civici allora, sono persone che giustamente si sentono di sinistra e viaggiano con la sinistra. Il civismo è tutt’altra cosa, quanto meno ci deve essere distanza dalla impostazione ideologica e si devono condividere programmi e persone. Per quanto riguarda la mia proposta, sto lavorando da parecchio e posso dire di aver riscosso numerosi incitamenti che mi fanno pensare che sono sulla strada giusta».
Una sorta di coalizione di salute pubblica?
«Non ci sono chiusure ideologiche. Do importanza alla condivisione sulle cose da fare. Inoltre, le dimensioni della nostra regione mi hanno insegnato che se il Molise si divide fra destra, centro e sinistra o altre cose, a livello romano non è ascoltato. C’è bisogno di tutti, sia delle maggioranze sia delle opposizioni nazionali. Il prossimo quinquennio dovrà essere il quinquennio del riscatto di questa regione».
Lei si rivolge anche ai moderati del centrosinistra? Parlo di elettorato e non di colonnelli.
«Mi rivolgo ad amministratori locali, professionisti, operai. Quanti più parteciperanno tanto più si potrà raggiungere il riscatto del Molise, in questo senso non pongo nessun pregiudizio di tipo ideologico. Poi, è evidente che faccio parte di un partito di centrodestra e che cercherò all’interno della coalizione di far condividere questa impostazione».
Ritiene di essere l’interprete migliore di una legislatura di salute pubblica. È così?
«Esatto, lei ha colto nel segno. Non mi si venga a parlare di padre nobile, l’ho già detto tante volte: io non sono mai stato nobile e né lo sarò. Sono nonno, tutt’al più posso essere il nonno del Molise. Ma nessuna nobiltà o distacco, a me piace sporcarmi le mani e lavorare insieme a tutti quelli che ci stanno. Altrimenti, come ho già detto, posso fare a meno di candidarmi».
È importante condividere, ha detto, le cose da fare. Quali sono?
«Un contratto con il governo nazionale che affronti le questioni non risolte negli ultimi dieci anni, durante i governi Frattura e Toma. Quindi, una sanità degna di questo nome, pubblica, che riesca a dare l’opportunità ai molisani di curarsi in regione. E la possibilità di rispondere, attraverso quella privata, a esigenze che vanno oltre i confini. La mobilità attiva è un valore se viene regolamentata come in tutte le altre Regioni d’Italia, mentre il Molise è sempre discriminato. Inoltre, la ripresa dell’occupazione. Sono state chiuse tante imprese che caratterizzavano l’economia del Molise. Lo Zuccherificio e prima o poi ci pentiremo di questa politica perché lo zucchero può diventare come il gas per il quale siamo dipendenti dalla Russia. La Arena, distrutta dall’errore marchiano del governo Frattura di chiudere senza nessuna prospettiva un impianto che anche ridimensionato poteva continuare a produrre. L’Ittierre con 700 lavoratori in mezzo a una strada e una spesa pubblica non indifferente in termini di cassa integrazione e mobilità. C’è poi bisogno di un sostegno ordinario alle piccole e medie imprese, specialmente quelle che operano nelle aree interne. In ultimo, ma per me è al primo posto, l’autostrada del Molise. È stato un errore, tragico perdere quella occasione. La 4 corsie mi sembra molto debole, poco finanziata o finanziabile. Se andassimo avanti per lotti a 100 milioni l’anno ci vorrebbero 30 anni solo per progettarla. In sintesi, un cambiamento totale di quello che non ha funzionato, in termini politici e amministrativi. Realizzandolo, il Molise potrebbe anche “esplodere” per le possibilità che ha, con buona pace di coloro che gufano sul futuro di questa regione».

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.