Hanno preso il posto dei pusher arrestati nell’ambito della maxi operazione Piazza Pulita ma la loro ‘attività’ è durata poco. Sono finiti in manette alle prime luci dell’alba di ieri, nel corso del blitz condotto dalla Compagnia dei Carabinieri di Bojano, due 30enni della città matesina, già noti alle forze dell’ordine per reati analoghi, con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio.
L’operazione denominata ‘Stagnola’, coadiuvata anche dai Comandi provinciali di Campobasso e Isernia e con l’ausilio di due unità antidroga del Nucleo Cinofili di Chieti, ha portato alla denuncia di altre 18 persone, tra i 19 e i 58 anni (tra loro pure quattro donne). Complessivamente i militari hanno effettuato 31 perquisizioni tra l’area matesina e l’alto Molise, anche nelle abitazioni di persone incensurate e «insospettabili».
I numeri dell’ennesimo colpo al traffico di droga, coordinato dal procuratore D’Angelo e dal sostituto Sabusco, sono stati snocciolati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa dal comandante provinciale Luigi Dellegrazie, accanto al capitano Edgar Pica, che guida i militari di Bojano.
Cocaina, eroina, kobret, crack, ma anche katrom, una pianta tropicale asiatica dalla quale si ricava una sorta di eroina sintetica mai spacciata in Molise: questa l’ampia ‘offerta’che i due pusher mettevano a disposizione di tossicodipendenti e assuntori giovanissimi. Una ‘piaga’, quello del consumo di droga tra i giovani, contro cui la Procura si sta battendo da anni. «Un’operazione fortemente voluta dal dottor D’Angelo – ha evidenziato il comandante Dellegrazie – perché la droga, oltre alle conseguenze devastanti per chi ne fa uso, porta con sé una serie di reati a catena e crea un allarme sociale che nei piccoli centri fa ancora più ‘rumore’. Per questo dobbiamo evitare che Bojano, da anni al centro di operazioni analoghe, diventi il polo nevralgico dello spaccio molisano, in grado di collegare le due province».
Le indagini sono partite all’indomani dell’operazione Piazza Pulita, che ha sgominato tre associazioni a delinquere dedite allo spaccio. In questa fase di ‘vacatio’ si sono inseriti i due pusher 30enni.
Due differenti attività investigative, condotte nella fase iniziale dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Campobasso e dalla Compagnia di Bojano, già da settembre 2020 hanno consentito di raccogliere materiale informativo che certificava la presenza di un nuovo mercato di eroina e cocaina con base di spaccio Bojano.
Il canale di rifornimento era sempre la Campania dove i due si recavano quotidianamente, anche durante il periodo del lockdown, per acquistare piccole quantità di droga da piazzare sul mercato molisano.
Scampia, Parco Verde di Caivano e Caserta le mete che gli spacciatori raggiungevano tutti i giorni in pullman, treno o in auto, addirittura con giovani autisti privati che pagavano per ‘le trasferte’.
In nove mesi gli inquirenti hanno accertato ben 2100 cessioni di droga e lo spaccio avveniva sia nel centro di Bojano, ad esempio all’interno di esercizi commerciali con vedette appostate per evitare di essere scoperti, ma soprattutto nelle abitazioni dei due pusher. «Zio ce l’hai un bombolone», «patina sto all’entrata per il caffè», le frasi in codice utilizzate per concordare le richieste quotidiane degli assuntori. Uno dei due pusher aveva addirittura installato una telecamera davanti alla sua abitazione per controllare l’arrivo delle forze dell’ordine. Le dosi venivano invece consegnate su un frammento di carta di alluminio – da qui il nome dell’operazione ‘Stagnola’ -, materiale utilizzato per il consumo di droga sul posto e di cui ci si poteva disfare facilmente in caso di controlli di polizia.
L’andirivieni di clienti però non è passato inosservato alla popolazione che, come evidenziato dal capitano Pica, ha mostrato grande senso di collaborazione: «Per fortuna i cittadini ci hanno aiutato con segnalazioni anonime ma anche tramite app. Non solo, abbiamo raccolto gli appelli di molte madri disperate che vedevano i propri figli, giovanissimi, avere atteggiamenti sospetti, facilmente riconducibili al consumo di sostanze stupefacenti». Gli importi per l’acquisto di una dose variavano dai 15 ai 75 euro, dunque prezzi abbastanza ‘modici’ in grado di raggiungere, appunto, una platea di giovanissimi.
Per i due 30enni, su disposizione del gip, è scattata la misura cautelare in carcere. Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari nel corso delle quali gli indagati potranno esperire, nell’ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.
md

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