Si è svolto ieri l’evento finale del progetto interistituzionale di educazione alla legalità dal titolo “StopCyberbullismo”, promosso dal prefetto di Campobasso Francesco Antonio Cappetta e realizzato in partenariato con l’Università degli Studi del Molise, l’Ufficio scolastico regionale, le Forze di Polizia territoriali, la Fondazione Molise Cultura, il Conservatorio di Musica Lorenzo Perosi e l’Ordine degli Psicologi del Molise.
Presso il Teatro Savoia di Campobasso gli alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore Mario Pagano, con le musiche degli allievi del Conservatorio, hanno portato in scena, dinanzi alla platea delle autorità, degli insegnati e degli studenti, la rappresentazione teatrale di un processo per cyberbullismo.
Il prefetto, nel saluto iniziale, ha ricordato le fasi del progetto che ha avuto avvio con una serie di incontri formativi presso le scuole e che proseguirà con la divulgazione del video della rappresentazione e con la premiazione dei vincitori del concorso “Uno spot per difenderci dal cyberbullismo”, cui hanno partecipato numerose scolaresche della provincia.
L’iniziativa, che ha potuto contare sulla più ampia cooperazione fra le Istituzioni locali e la partecipazione attiva delle nuove generazioni, si inserisce fra le misure di prevenzione che puntano a sviluppare il senso di responsabilità sociale, alla base della civile convivenza.
Un fenomeno che ha assunto contorni allarmanti alla luce degli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Indifesa. Dall’indagine, che ha coinvolto 1700 ragazzi e ragazze dai 14 ai 26 anni, quel che emerge chiaramente è il fortissimo disagio psicologico esasperato da questi ultimi anni: Il 37,5% degli intervistati teme l’isolamento sociale e il 35% ha paura di soffrire di depressione, il 22% di solitudine. Se dunque da un lato la naturale tendenza è quella di rifugiarsi nella rete, dall’altro le giovani generazioni appaiono coscienti dei pericoli del web: 7 su 10 hanno dichiarato di non sentirsi sicuri in rete, e i principali pericoli percepiti sono il cyberbulismo (68%), revenge porn (60%), furto di identità (40,6) e stalking (35%) e ultimo, ma non meno importante, l’alienazione dalla vita reale (32,4%). I commenti raccolti denunciano anche il profondo dolore provato da ragazzi e ragazze per discriminazioni a causa dell’orientamento sessuale, offese razziste, bodyshaming, atti di denigrazione, violenza e incitazione al suicidio.

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