ospedale Agnone

Dopo la convocazione degli amministratori, ieri in IV audizione regionale i consiglieri impegnati a discutere di sanità con il sub commissario Nicola Rosato hanno incontrato i comitati civici e associazioni che si battono per la tutela della salute e i piccoli ospedali. Enrica Sciullo de Il Cittadino c’è di Agnone ha messo in evidenza i problemi che persistono nel San Francesco Caracciolo, l’impossibilità di subire altri tagli – decretati nel documento commissariale del 4 giugno – la cattiva gestione da parte dei vertici dell’azienda sanitaria che ha reso la struttura improduttiva.

Franco Di Nucci e l’avvocato Simone Dal Pozzo per il comitato Articolo 32 hanno sottolineato le problematiche e le ambiguità non risolte nell’ultimo documento commissariale, che mettono in seria difficoltà l’ospedale di area disagiata con contrazioni di servizi e posti letto e soprattutto la chiusura del laboratorio analisi e la riduzione del servizio di emergenza-urgenza. “Rosato – ci spiega Di Nucci – continua a sostenere che il piano operativo così come elaborato funzionerà, ma non ci convince, siamo rimasti tutti perplessi. Come fa a funzionare con tagli di servizi e personale?” Ad entrare nel dettaglio normativo l’avvocato Dal Pozzo – promotore nel 2011 del ricorso al Tar per il comitato Articolo 32 – il quale ha evidenziato il rischio che corrono i consiglieri regionali nel trasformare il piano operativo in legge da portare al vaglio del consiglio. “Trasformando in legge un documento amministrativo del commissario – ha spiegato il legale – e cambiandone i contenuti, la legge può essere impugnata dal governo. Se non viene modificata incorre nei ricorsi. Ritrovarci davanti ad una legge regionale di questo tipo è una manovra illegittima. Per quanto riguarda Rosato, parliamo due lingue diverse, lui è convinto che questo piano operativo potenzi la sanità, ma è chiaro a tutti che ci sono pesanti tagli”.

Pasquale Scarano dell’associazione Tradizioni e Sviluppo ha invece lasciato a Rosato e ai consiglieri una proposta di gestione del Caracciolo pubblico-privata. Una proposta sulla sanità dedicata a tutta l’area interna individuata dal “progetto prototipo” – dunque Agnone, Frosolone e Trivento – che prevede la gestione privata di alcuni reparti, lasciando la gestione pubblica agli altri servizi, oppure una gestione pubblico-privata di tutto il presidio. “Pur di non chiudere – ha detto Pasquale Scarano – vogliamo contribuire o come associazione, o attraverso l’azionariato popolare o trovando altre formule con contributi privati. La struttura è stata costruita dai cittadini ed è della gente”. La Sciullo con due rappresentanti dell’associazione Tradizioni e Sviluppo ha partecipato anche alla manifestazione a Roma organizzata dal comitato SS. Rosario di Venafro.

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