Gay Mattiolo, Fiorucci e Lorenzo Riva sono le maison da cui ripartirà la Oti. Le indiscrezioni non sono ancora state confermate dal management aziendale ma le trattative sarebbero già state concluse. Per Mattiolo la Oti produrrà prima e seconda linea uomo/donna. L’accordo con Fiorucci prevede la produzione solo della seconda linea ‘donna’. Lorenzo Riva, marchio inhouse della Holding del Conte, in Molise produrrà abiti da cerimonia per uomo. La new-co, per muovere i primi passi, deve però prima raggiungere un accordo con la struttura commissariale per il fitto dello stabilimento di Pettorabello: 700mila euro annui, cifra che una società con 50 dipendenti non può permettersi. Ecco allora che si valutano ipotesi alternative, magari spostando la produzione in uno stabilimento abbordabile sotto il  profilo economico. Intanto il patron della Missardi, Calugi, ha visitato gli stabilimenti ex Gtr appartenenti al gruppo Colella per valutare la possibilità di far partire da Monteroduni una nuova avventura aziendale. Non è da escludere un ‘contatto’ tra lo stesso Calugi ed il re della acque minerali con la mediazione di Petrollini, ex ad di Ittierre. Nel progetto non sarebbe contemplato Arcaro, sempre più lontano dalle vicende che riguardano il tessile in Molise. Esiste infine una terza pista che conduce all’imprenditore toscano d’origini ebraiche David Marini, intenzionato a sfruttare il know-how degli ex lavoratori Ittierre per un nuovo progetto imprenditoriale. Intanto per l’assenza del giudice ci sarebbe un leggero ritardo nel pagamento degli stipendi da parte della liquidatrice per i dipendenti ancora in servizio. Un ‘disguido’ legato alla procedura, non alla ‘noluntas’ dell’azienda.

 

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