Vi fareste operare da un chirurgo che non fa neanche un intervento al giorno? È la domanda retorica da cui partono gli esperti del risk management e che calata nella realtà del San Timoteo – 353 parti nel 2018 e il trend del 2019 è di 300 – diventa: è sicuro un parto quando l’equipe non ne fa nemmeno uno al giorno?
Dietro ogni standard scientifico c’è un motivo. Dietro le norme ricondotte al decreto Balduzzi ci sono standard scientifici: partorire in un punto nascita che non li garantisce è un rischio per mamma e bambino. L’Asrem lo dice con chiarezza perché è importante che la popolazione lo sappia.
Nei reparti che realizzano meno di 500 parti si è meno esperti ed è più complicato gestire le emergenze. Gabriella Ruzzi è la responsabile del risk management all’Asrem. Spiega così il motivo tecnico della sospensione disposta per il reparto del San Timoteo e torna al 2010, quando il Comitato nazionale propone un programma per migliorare la sicurezza e l’appropriatezza del percorso di accompagnamento alla nascita e del bambino alla maggiore età. «L’azienda sanitaria – dice – ha messo in atto azioni e attività clinico assistenziali per ottemperare al programma nazionale. È stata monitorata costantemente la situazione dei tre punti nascita attraverso la redazione della check list che ogni reparto deve trasmettere al Ministero».
Inevitabile l’impatto, «ma la decisione viene presa a tutela della sicurezza e della qualità del percorso materno infantile». Termoli, ribadisce, è molto al di sotto degli standard e non presenta le condizioni oro-geografiche per la deroga. «Ha chiuso Lampedusa, le extracomunitarie che sbarcano vengono trasferite in elisoccorso nei centri dotati dei requisiti».
Al San Timoteo è stato rafforzata l’attività di accompagnamento alla gravidanza, è stato disposto il potenziamento delle funzioni ambulatoriali di visita, ecografia e diagnostica pre-natale, monitoraggio pre-parto e controlli post partum. Inoltre, continueranno ad essere garantite presso il Pronto soccorso h24 le consulenze urgenti, da parte di ginecologi e ostetriche che, sulla base della situazione clinica, assicureranno il trasferimento assistito verso il punto nascita appropriato nell’ambito della rete aziendale integrata materno-infantile.
«Terremo attiva e completamente operativa l’unità di pediatria – sottolinea il dg Sosto – Cerchiamo di ottimizzare le risorse a disposizione per erogare il miglior servizio possibile. Stiamo verificando con gli operatori il migliore e più efficiente orario di servizio sia dal punto di vista pediatrico sia ginecologico».

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