È quasi fatta. Manca solo l’ultimo sì definitivo da parte della Camera dei deputati per il taglio dei parlamentari. Un passaggio il cui esito positivo è quasi scontato e che potrebbe arrivare ad agosto o al massimo con la ripresa dei lavori a settembre. E, a meno che non sia presentato un eventuale referendum da parte dei comitati per abrogare la riforma, tutto sembra già scritto.
Il nuovo disegno di legge, che modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana, diminuirà il numero dei parlamentari. A partire dalla prossima legislatura ne saranno eletti in totale 600 e non più 945: 400 alla Camera dei deputati e 200 in Senato. Diminuiscono anche i senatori a vita. Saranno 5 in tutto. Un taglio che avrà effetti, ovviamente, sulla ripartizione dei seggi. Al Molise, infatti, con la nuova riforma ne spetteranno due a Montecitorio e altri due a Palazzo Madama (attualmente, ricordiamo, che la rappresentanza regionale è composta da 5 onorevoli).
«Una legge chiara e semplice, a cui il Movimento 5 Stelle lavora da anni», commenta su Facebook il deputato pentastellato Antonio Federico. «In questo modo rendiamo il Parlamento più efficiente e risparmiamo soldi pubblici. Parliamo di 500 milioni di euro in una legislatura, 100 ogni anno, quindi circa 300mila euro al giorno». Entusiasmo lampante per il rappresentate dei 5 Stelle molisano. Con l’ultimo via libera alla Camera il Movimento avrà «realizzato un altro punto del programma».
Distante anni luce, invece, Forza Italia che, ricordiamo, giovedì non ha partecipato al voto. «Nel disinteresse generale si è approvata in Senato la riduzione del numero di Parlamentari», scrive l’onorevole forzista Annaelsa Tartaglione in un suo post su Facebook. Per l’onorevole molisana eletta in Puglia questo nuovo disegno di legge «promuove l’intenzione di attuare la democrazia rappresentativa, ma l’esito è pessimo. Si approva una riforma picconando le fondamenta della Costituzione nel silenzio e nella disinformazione generale». Del testo per Tartaglione «si conosce forse solo la loro parte superficiale, utile alla propaganda e alla retorica, con ben poca consapevolezza nell’opinione pubblica delle forme e dei contenuti di tali riforme». Una riforma in controtendenza per la deputata di Forza Italia: «In una congiuntura in cui si avanzano forti richieste di partecipazione diretta dell’opinione pubblica e degli elettori, pur condividendo il principio sulla riduzione del numero dei parlamentari, non condividiamo i modi e questa rincorsa sui tempi in un clima che oscilla tra il silenzio, l’approssimazione e la mistificazione».

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