Non esiste un solo molisano che abbia qualche anno in più e che non ricordi la “Neon Molise”, azienda di arredamenti che ha scritto la storia imprenditoriale di questa regione.
Il fondatore di quel “marchio” messo su 55 anni fa (oggi “Italcom Arredo Contract” – Campobasso) è il nonno di Giulia Marroni (nella foto), 26enne campobassana, che da tre anni si occupa di ristrutturazione di interni (Giulia Marroni Interiors).

Giulia è figlia di questa terra e crede in questa terra. Perciò ha deciso di scommettere sul Molise.
La sua mission sono le case, le residenze private e tutto ciò che ha a che fare con il concetto di ospitalità (strutture ricettive: hotel, B&B, etc…).
«Svolgo la mia professione come una vocazione più che come un lavoro – racconta in una piacevole chiacchierata -, ho infatti iniziato a realizzare i primi progetti durante gli ultimi anni di università presso la facoltà di Architettura di Firenze, dove ho conseguito la laurea nel dicembre scorso».
Giulia è cresciuta a “pane e arredamento”, per intenderci. Chi la conosce, la definisce una «ragazza straordinaria, sotto ogni punto di vista». Ma, soprattutto, «geniale e infaticabile».
«Sono per la scuola empirica di John Locke – aggiunge lei – e per questo penso che la mia formazione sia stata favorita da una buona influenza dettata dall’azienda di famiglia, la Italcom Srl Arredo Contract, specializzata nell’allestimento di arredi per negozi monomarca e multimarca, e Head Office aziendali, che mette in luce le migliori risorse di artigianato industriale presenti sul territorio. Frutto dell’esperienza d’impresa nata 55 anni fa, a Campobasso, con la Neon Molise arredamenti realizzata da mio nonno».
Nell’attesa che arrivi un vaccino che ci protegga dal Covid, come stanno mutando gli stili di vita e, di conseguenza, la cultura dell’abitare? In che modo l’esperienza pandemica sta trasformando le nostre case?
«Le regole dell’abitare hanno subito un profondo mutamento nell’era post-pandemica. Il lockdown ha riportato al centro delle nostre esistenze i valori della famiglia, la cura per l’ambiente domestico e la genesi di nuove dinamiche familiari, sociali e lavorative. L’ambiente si trasforma, diventa “ibrido”. C’è la possibilità di mettere in atto scenari fluttuanti, che si aprono a molteplici destinazioni d’uso. Oggi, è il soggiorno a diventare protagonista assoluto della scena domestica, è in questo ambiente che lo smart working, l’e-learning e la formazione a distanza “trascorrono” il maggior tempo. Sebbene siano in molti a possedere in casa vani studio, sono altrettanti coloro che hanno dovuto dar vita ad “angoletti funzionali” nella zona giorno. Per loro è stato sufficiente introdurre un tradizionale “bureau”, un pc e il corredo necessario a svolgere l’attività d’ufficio.
Senza dubbio la reclusione forzata ha portato a un nuovo modo di concepire la casa, per chi ne è alla ricerca. Ad esempio, in testa alle nuove esigenze ci sono gli spazi esterni e poi la luminosità e la spaziosità degli ambienti. Ma anche spazi dedicati al relax, dove a regnare saranno poltrone e divani sproporzionati».
In che modo cambia la richiesta di comfort da parte dei turisti e in che modo le strutture ricettive adeguate nel design e nell’attrattività possono favorire un maggiore successo turistico del Molise?
«Il Molise è una regione degna di nota, che quest’anno si è finalmente guadagnata il suo riscatto nel panorama nazionale e non solo. Sono sempre stata ferma sull’idea che il nostro territorio integro ed incontaminato rappresenti un “plus”, un valore aggiunto, che in pochi prescelti hanno letto e leggeranno negli anni a venire. La scoperta del Molise è oggi, in Italia, il privilegio per coloro che vanno al di là. Al di là dei confini, al di là dei pregiudizi, con i quali io stessa ho fatto i conti durante i miei studi a Firenze. “Il Molise non esiste” è la frase che meglio caratterizza le conversazioni di noi fuori sede con la restante Italia. Eppure, quest’anno più che mai, se ne è apprezzato il sapore genuino che sa di tradizione e storia. Ecco, è questo che penso sia importante preservare oggi in Molise. Le strutture ricettive (hotel, B&B…) avrebbero come compito quello di portare nei loro interni elementi che ricordino le usanze e i costumi del luogo. Sovente viaggiando mi accorgo che ogni posto sia legato a dei “simboli” che si tramutano in oggetti di design, in stili architettonici; come il tufo, la pietra leccese e il Pumo salentino per la Puglia, così come le maioliche e le ceramiche per la Costiera amalfitana… in Molise, invece, è evidente una tendenza esterofila innata che ci porta ad introdurre tutto fuorché il legame con il contesto territoriale.
Per quanto riguarda il successo turistico, penso sia in divenire, e che la regione stia gettando le basi per qualcosa che è in fase di decollo».
Quali sono i materiali, le finiture i colori, che vanno, oggi, maggiormente, di moda. Come sta cambiando il gusto del consumatore che deve arredare la propria casa?
«La scelta del materiale rappresenta, nel mio lavoro, la fase iniziale e allo stesso tempo la più importante dell’intero iter progettuale. È per questo che presento ai miei clienti un “moodboard” di partenza, contenente la palette di colori, i riferimenti ai materiali (legno, ceramiche, metalli…) e i tessuti, la cui presenza nelle “mie case” è essenziale.
Detto ciò, la casa 2020 è una casa calda, che mostra una chiara preferenza per il legno scuro, in netto contrasto con gli anni precedenti. La tendenza all’utilizzo di fibre vegetali, come il rattan, la iuta e il vimini. Il 2020 è anche l’anno in cui l’uso dei metalli (acciaio, ottone…) ha dominato e in cui nelle nostre case sono entrate intere piantagioni tropicali».
L’investimento nel mattone continua ad avere successo? In quali aree? Qual è la città ideale per favorire una migliore qualità della vita?
«L’investimento nel mattone è tornato in auge, soprattutto in seguito al boom degli affitti brevi che hanno reso l’acquisto di immobili la soluzione ad una fonte di reddito quasi immediata.
Così come chi sognava una casa in una città universitaria dove far studiare i figli, sta oggi favorendo l’acquisto alla locazione.
Dunque, investire negli immobili oggi può essere una scelta conveniente e redditizia, ma è una attività che richiede competenza e analisi. Milano da questo punto di vista è lo scenario ideale, che più rappresenta una condizione florida, con affitti e vendite alle stelle. Ma è a partire da gennaio prossimo che vedremo come il mercato immobiliare reagirà al periodo post-pandemico».
Cosa manca a Campobasso per trattenere i suoi giovani? Cosa proporresti perché Campobasso e i borghi del Molise arginino il problema dello spopolamento?
«Continuo a sostenere che il problema del Molise siamo noi molisani. Nelle nostre vite c’è una costante, che è l’assenza totale di campanilismo e di attaccamento alla nostra terra. Valorizzare il territorio è il secondo passo per il successo della regione, in prima battuta ci dovrebbe essere l’impegno da parte di noi giovani nel trovare soluzioni adatte al locale, facendo impresa, ma anche esportando il nostro patrimonio enogastronomico, culturale e storico. In questo processo, il governatore e l’intero entourage dovrebbero affiancare i giovani e dar valore alle idee, garantendo l’appoggio necessario allo sviluppo dei nostri progetti». ppm

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