Con un indice di contagiosità (Rt) di 1,07, il Molise ancora una volta si attesta in vetta alla classifica delle regioni italiane. Va peggio solo in Veneto (Rt 1,13).
Per la seconda settimana consecutiva, l’incidenza della pandemia rimane alta in tutto il Paese.
L’Rt – che misura la velocità di diffusione del contagio – su scala nazionale passa da 0,86 a 0,90: un rialzo non forte ma fino a 15 giorni fa l’indicatore era in continua discesa.
Complessivamente, l’incidenza in Italia rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte delle regioni.
«Non vi è dubbio che la situazione conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie», fa notare l’Istituto superiore di sanità.
Cinque regioni (Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto) sono classificate a rischio “alto”. Dodici sono classificate a rischio “moderato”, di cui quattro (Emilia Romagna, Molise, Trentino e Valle d’Aosta) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Le restanti quattro regioni sono classificate a rischio “basso”. Tredici regioni, inoltre, restano oltre la soglia critica dei ricoveri.
Nella maggior parte delle regioni c’è ancora «un impatto elevato della epidemia in particolare dovuto ad un sovraccarico dei servizi assistenziali. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva supera ancora le soglie critiche di occupazione a livello nazionale».
Quello che preoccupa è anche l’incidenza, ancora troppo alta, dei casi positivi sulla popolazione: l’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni è in diminuzione (329,53 per 100.000 abitanti nel periodo 7-20 dicembre, contro 374,81 per 100.000 abitanti nel periodo 30 novembre-13 dicembre) ma «il valore – affermano gli esperti dell’Iss – è ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».
La soglia dell’incidenza a sette giorni – indicatore più sensibile alle variazioni – nel periodo 14-20 dicembre è pari a 157.01 per 100.000 abitanti ma per tracciare i contatti e tenere sotto controllo i contagi, la soglia dell’incidenza deve essere abbassata almeno di tre volte, ovvero, sotto i 50 casi per 100mila abitanti: il sistema di tracciamento infatti ha iniziato ad andare in crisi quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni.
In conclusione, il report di monitoraggio «conferma la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile».

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