«C’è ancora tantissima amarezza. Io non riesco a metabolizzare quanto accaduto. In me prevale in questo momento un sentimento di rabbia».
Così Manolo Sacco, sindaco di Pescolanciano, dopo il voto in Provincia.
Il primo cittadino (anche allenatore della squadra di calcio del suo paese) s’è speso in campagna elettorale per Felice Ianiro; è stato lui a presentare la candidatura in Provincia del sindaco di Frosolone, certo della vittoria.
Poi il ribaltone che ha portato Alfredo Ricci ad indossare la fascia azzurra che spetta al presidente dell’ente di Via Berta: «Durante lo spoglio avevo già avuto la percezione dell’inciucio che s’era consumato tra il Pd ed una parte del centrodestra, con la complicità indiretta del Movimento 5 Stelle».
Entrambe le parti in causa sostengono che il proprio candidato era il candidato ufficiale della coalizione. La verità dov’è?
«Se si riferisce alle rivendicazione della Tartaglione, la Tartaglione parla in nome e per conto di un coordinamento fantasma. Un partito che sul territorio, per come è strutturato, non esiste più. In Molise questo coordinamento fantasma è gestito da lei e, forse, da Di Baggio. Ormai qui Forza Italia più che un partito è un contenitore. Un contenitore privo di contenuti».
Quali saranno le ripercussioni politiche dopo il voto in via Berta?
«Io credo che una analisi seria vada fatta in Consiglio regionale. Dopodiché anche in Provincia e sulle amministrazioni locali, in primis Isernia».
Perché Isernia soprattutto?
«È a Isernia che s’è consumato l’atto più deplorevole da parte del centrodestra. Posso comprendere l’inciucio su Agnone e Frosolone tra Pd e una parte del centrodestra, ma è a Isernia che è stata scritta una brutta pagina di politica, se di politica si può parlare».
A questo punto chi rappresenta il centrodestra in Molise?
«In Regione il centrodestra è fatto dalle persone. Ci sono i Popolari per l’Italia con Niro, Di Lucente e Tedeschi. C’è Micone per l’Udc; Pallante per Fratelli d’Italia. Con la regia dell’onorevole Patriciello. Non so se gli altri consiglieri o assessori possano definirsi a pieno titolo esponenti di centrodestra. La mano della Lega, ad esempio, non s’è vista neppure questa volta. Tanto è vero che Testa non ha votato e Di Pasquale ha votato per Ricci, verosimilmente».
E Toma a suo giudizio in questa partita come s’è comportato?
«Il governatore ufficialmente ha svolto un ruolo super partes. Sarebbe stato opportuno, però, fare una chiamata anche a Ianiro dopo il voto, magari per solidarietà, così come ha chiamato Ricci per complimentarsi della elezione».
Col senno di poi, cambiereste il candidato?
«Personalmente rifarei tutto quello che ho fatto. Fermo restando che Alfredo è un amico e un ottimo amministratore. Una parte del centrodestra non ha rispettato gli accordi del tavolo. Questa è l’unica verità. Il comunicato di Patriciello in tal senso è chiaro. Ed in quel comunicato viene tracciata la strada maestra. Un’area moderata per andare oltre questo centrodestra in cui non mi riconosco».
Come si comporterà Sacco in Provincia?
«Io sono il primo eletto e resto nel gruppo di maggioranza. Valuteremo di volta in volta sia per il bene del territorio sia dal punto di vista politico. Perché io sono in primis un uomo di partito. Mi reputo coerente e non mi piace cambiare casacca a seconda delle necessità. Nell’ultima tornata ho avuto quasi 100 voti dai piccoli comuni. E questo mi gratifica e mi consola, pur in un momento di grande amarezza».

ppm

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