Volano gli stracci, e non solo quelli, a Palazzo San Francesco dove negli ultimi giorni si è assistito ad accese polemiche tra minoranza, sindaco e le due dimissionarie Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni. Ad accedere la miccia il gruppo di opposizione Nuovo Sogno Agnonese che ha contestato al primo cittadino una gestione approssimativa in merito all’emergenza conoravirus e al futuro dell’ospedale Caracciolo. Di seguito la replica di Lorenzo Marcovecchio che ha respinto al mittente le accuse. Di qui nelle ultime ore l’intervento delle due ex componenti della giunta di centrodestra Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni che di fatto hanno chiesto le dimissioni del sindaco il quale, messo alle strette, dalla quarantena dove è confinato, ha usato parole al vetriolo contro entrambe. PrimopianoMolise riporta ambedue le versioni che sicuramente faranno ancora discutere in un momento particolarmente delicato dove la cittadinanza appare sempre più sbandata e timorosa di quello che potrà accadere.

Covid-19, le ex assessore chiedono la testa del sindaco: non si può gestire l’emergenza a chilometri di distanza

Dopo il cartellino rosso redarguito da Nuovo Sogno Agnonese al sindaco di Agnone in merito la gestione dell’emergenza Coronavirus, ecco un’altra pesantissima bordata che arriva da due ex alleate, confluite nel Gruppo misto, Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni. In un lungo comunicato, Melloni e Marcovecchio, oltre a biasimare il comportamento del primo cittadino, ne chiedono le immediate dimissioni.
«In questi giorni in cui l’Italia vive una drammatica emergenza sanitaria avevamo deciso di non fare polemica per lasciar svolgere in tranquillità gli onerosi compiti amministrativi e straordinari a chi di dovere ma dopo aver letto la risposta del sindaco Marcovecchio alle rimostranze del gruppo politico Nuovo Sogno Agnonese, non possiamo più tacere – scrivono -. Sappiamo bene che, in questo momento di forte crisi, il compito di chiunque si trovi a ricoprire ruoli di responsabilità non è affatto semplice. E, proprio considerando la gravità della situazione, riteniamo che un sindaco, se pure in quarantena, avrebbe dovuto e dovrebbe essere più vicino ai suoi cittadini. Asettici comunicati o ordinanze sono troppo poco per confortare ed informare una popolazione che ha paura e vuole sentirsi rassicurata e tutelata da chi ha eletto per farlo! Una scelta dovuta e responsabile quella di mettersi in isolamento, che avrebbe però dovuto partorire subito l’assegnazione delle deleghe alla Protezione Civile e alla Sanità proprio agli assessori che sono rimasti sul posto. Anche noi in questi giorni – sostengono Melloni e Marcovecchio – pur essendo uscite dalla maggioranza, veniamo contattate da cittadini che ci sottopongono questioni che evidentemente altrove non trovano soluzione. Altro che dovete stare sereni! La comunicazione sulla pagina facebook del Comune di Agnone è tornata attiva solo da pochissimi giorni, dopo mesi di silenzio assoluto. Le comunicazioni di servizio dalla filodiffusione della Proloco sono iniziate solo dopo una nostra segnalazione con la collaborazione del nucleo volontariato locale della Protezione Civile e della Proloco. Ci chiediamo inoltre, visto che moltissimi comuni lo hanno già fatto, quando verrà effettuata una sanificazione delle strade cittadine? Cosa si sta facendo concretamente per tutto il personale sanitario, o comunque a contatto con il pubblico, relativamente a mascherine e quanto necessario per scongiurare la contaminazione dal virus? Si parla ovunque dell’arrivo di migliaia di mascherine, come detto anche dal presidente Toma, e la cittadinanza chiede: dove le troviamo? Si sta provvedendo a censire e controllare le persone in quarantena sul territorio comunale affinché rispettino l’isolamento? Quali canali sono stati attivati per potenziare immediatamente le prestazioni dell’ospedale Caracciolo? Come si sta sostenendo la causa della Fidas locale che in questo momento, per ragioni incomprensibili, non può operare quando avrebbe potuto garantire un importante contributo alla raccolta del sangue richiesto dalla rete ospedaliera nazionale forte dei suoi donatori e dei medici volontari che da anni si prodigano egregiamente? La questione sollevata in questi giorni da Nuovo Sogno Agnonese – rimarcano – circa il ruolo che il Caracciolo potrebbe avere in questo momento è allarmante e comprensibile visto che un ospedale di area disagiata, quale il Caracciolo è, non viene preso in alcuna considerazione come potenziale e possibile soluzione rafforzativa nell’interno di una rete sanitaria regionale. Sindaco e Amministrazione, dove siete? Non si può aspettare che la manna cada dal cielo. Abbiamo bisogno di fatti immediati, che solo un’amministrazione presente e solerte può e deve esigere a tutela di un servizio prezioso che sentiamo sempre più indifeso dinanzi alle intenzioni gestionali regionali. Vediamo tutti i giorni Sindaci, medici, governatori che anche dalle loro abitazioni divulgano alla popolazione videomessaggi. Invitiamo il sindaco Marcovecchio, ormai abituato da anni ad amministrare a chilometri di distanza, a fare lo stesso, purché renda partecipi noi tutti delle sue azioni in questo momento. Anche un amministratore di condominio ha il dovere di informare i condomini sulla gestione del palazzo, ma questo metodo ormai non stupisce più. Del resto non eravamo informate di tutto neanche quando ricoprivamo il ruolo di vicesindaco e di assessore, ma questa è un’altra storia. Ora siamo in piena emergenza e richiamiamo il sindaco al suo dovere – concludono – quello di dimostrarsi vicino alla sua cittadinanza! Sperando vivamente che questi tragici avvenimenti terminino al più presto ci auguriamo che con il ritorno alla normalità il Sindaco riesca a trovare l’umiltà per rassegnare le dimissioni e per lasciare il posto a qualcuno che voglia e possa essere Sindaco tutti i giorni vivendo fra la gente di Agnone!»

«Manovrate da un regista occulto, in questi 4 anni hanno dimostrato di essere inadeguate»

«Adesso basta – esordisce Marcovecchio – Arrivare a chiedere le dimissioni in un momento di emergenza mai affrontata a livello – forse – mondiale, serve solo ad identificare le ambizioni personali di personaggi incapaci di amministrare e che – forse teleguidati dall’alto – parlano e sparlano arrivando a sconfessare se stessi e i 4 anni di amministrazione in cui hanno avuto un ruolo di vertice. Prima di una attenta disamina, però, sono doverose due domande: quali sarebbero i progetti, le proposte, le attività sponsorizzate dalla Melloni e Marcovecchio che sarebbero state bocciate dalla maggioranza comunale; se un vicesindaco ed un assessore (con ben 11 deleghe) non riesce a comprendere cosa accade di chi è la colpa? Le dimissionarie – prosegue il sindaco – parlano come se in questi quattro anni avessero dormito (e forse è così) e solo oggi qualcuno (risulta anche facile saperne il nome) le avesse riportate sulla terra. Come se loro, le due ex assessori, non solo non avessero avuto ruoli in giunta ma anche in consiglio comunale. Eppure, in quel consiglio, ci sono state eccome e da li sono riuscite, all’insaputa dei più, a muovere non tante ma situazioni di particolare interesse. Eppure in quel consiglio e con quel sindaco oggi accusato di gestire a chilometri di distanza non solo ci si sono candidate, non solo sono state elette, ma ci hanno anche governato. Ciò fino a quando non hanno capito che, per ambizione personale era giunto il momento di gettare lui e tutta l’amministrazione a mare perché per Agnone è “il momento di un sindaco donna”. Alla faccia del bene della collettività e alla mancanza di interesse. Ma è giusto che si sappia che, questo, è un disegno che muove i passi da lontano. Almeno dalle elezioni regionali ma che necessitava di un ulteriore passaggio per completarsi. Passaggio che si è concretizzato allorquando c’è stata l’imposizione della candidatura in Provincia al posto del consigliere Roberto Amicone o quando c’è stato il voto diverso sul candidato presidente. Anche quello per motivi personali.
Era stata promessa la vicepresidenza (forse non solo a lei e forse,anzi, sicuramente non solo quello ma a breve ci sarà la conferma) tanto è vero che in un raro momento di imbarazzo, la stessa Marcovecchio ebbe a chiedere che non le venissero tolte le deleghe perché di lì a breve avrebbe occupato il posto di vicepresidente in Provincia lasciando le deleghe di Agnone. Evidentemente, anche lì ad Isernia non se la sono sentita di nominarla lasciandole ancora una volta la necessità del colpo di teatro per mollare. L’occasione si è presentata con la famosa centrale a Biometano. Questione a suo dire sconosciuta. Progetto che non condivideva ne sapeva. Ora. Se un assessore ai Lavori pubblici non conosce un progetto che passa per l’ufficio tecnico risulta essere se non strano quantomeno grave. Significa, cioè, che dopo quattro anni forse ancora non si è capita l’ubicazione degli uffici. Ma così non è. Linda Marcovecchio gli uffici ed i progetti li conosceva molto bene, così come conosceva bene quello della centrale a Biometano. Andate a controllare il piano triennale per le opere pubbliche redatto dalla stessa ed approvato e vedete cosa c’è dentro. Poi chiedete chi avrebbe dovuto redigere la relazione geologica e chi aveva già i progetti ed ogni dato della centrale. Alla fine tracciate una linea ed avrete l’esatta moralità della persona. Quella stessa persona che, incapace e inconcludente, non ha mai permesso che i mezzi per la raccolta differenziata, giacenti da anni nel Comune di Poggio Sannita, venissero consegnati ai diversi Comuni così che questi ne curassero non solo la manutenzione ma anche le relative spese. Invece di lasciare tutto l’onere al Comune di Agnone che si ritroverà l’onere di ben tre anni di bolli su sei mezzi oltre a tutte le spese per la messa su strada. Discorso a parte per Annalisa Melloni, entrata in giunta solo grazie al passo indietro di Giovanna Gigliozzi che in un momento particolare della sua vita privata non se la sentiva di avere ulteriori impegni. Melloni che, con undici deleghe tra cui Sociale e Bilancio, aveva il tempo di assentarsi per un mese continuativo nel periodo antecedente all’assestamento di Bilancio ma che, da assessore alle Politiche Sociali, non ha mai trovato il tempo per revocare alcuni affitti, intestati ad un suo familiare, assegnati allo Sprar e non vuoti per molto tempo.
Fatta questa premessa, analizziamo le ultime – farneticanti – dichiarazioni. Risulta strano che in quattro anni di nulla assoluto, senza il benché minimo risultato, oggi ci sia ancora qualche cittadino che chieda e si informi dalle due consigliere. Ma poiché tutto è possibile, le due consigliere dovrebbero conoscere le buone pratiche dell’Ente e sapere che in ogni momento possono accedere presso gli uffici comunali per avere i lumi richiesti. Chi, infatti, fino a ieri ha criticato il modus operandi dell’opposizione oggi si comporta non solo in maniera analoga ma anche peggio. Questione Emergenza. Fin da subito sia il sindaco sia il vicesindaco sia tutti gli assessori sono stati impegnati per meglio gestire la situazione che, è innegabile, è stata sottovalutata nella sua ampiezza non ad Agnone ma a livello nazionale. Se nel giro di sei giorni sono stati emanati ben tre decreti evidentemente il problema non era solo altomolisano. Da parte nostra, in contatto con la Prefettura e Toma, con tutti i sindaci del Molise, si è cercato e si sta cercando di adottare norme unitarie che possano agevolare e tutelare in maniera sanitaria la popolazione senza danneggiare quella che, fino al primo decreto, era l’economia cittadina. Ci siamo messi in comunicazione con le attività commerciali raccogliendo il loro parere e suggerendo loro la migliore strada da perseguire. Problema donazioni. Rigiriamo la domanda: cosa ha fatto la consigliera provinciale (ex vicesindaco fino a due mesi fa) per risolvere il problema delle donazioni in Alto Molise? Donazioni che sono sospese non da ieri ma da circa un anno? Dove sono state le neo paladine fino ad oggi? Potremmo continuare per pagine e pagine ma, dato il momento, non ci sembra opportuno né rispettoso verso chi quotidianamente lotta e soffre contro un nemico sconosciuto. Lo faremo successivamente».

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